«Guardo Roma come una straniera»
Legge appassionatamente libri su Roma, ama l’arte e la storia romana, ne sa più di una guida turistica. Eleonora Giorgi, ama a tal punto la Capitale, che ad agosto passerà due settimane a far la turista per Roma. Eleonora, lei è romana «per caso»! «Sono romana, perché frutto dell’amore per l’Italia, ma soprattutto per gli italiani! Mia madre, che si chiama Maria Roma, è ungherese, mio padre, romano di madre londinese. Mia nonna materna si innamorò di un generale italiano che viveva in Ungheria, divorziò e si trasferì con mia madre in Italia per seguirlo. Per queste straordinarie coincidenze di «cuore» io ho avuto la fortuna di nascere a Roma». Sua madre le ha raccontato qualche episodio della Roma di quegli anni? «Aveva 5 anni quando venne qui, andarono a vivere a Piazza Farnese, non spiccicava una parola di italiano, ma si faceva capire benissimo dai bimbi del rione. Mi racconta che nel ’35-‘36, giocavano a nascondino sui bastioni e il fossato asciutto di Castel Sant’Angelo e d’estate facevano il bagno nelle fontane a Piazza Farnese. E di quando rimase incantata, quando mia zia, un’artista sui generis, la portò a vedere Mussolini all’adunata di piazza Venezia». E lei ha qualche ricordo da piccola? «Tanti… Mia mamma ha avuto 5 figli, tutti biondi, belli, sani. Quando giravamo per i Parioli, vestiti uguali, tutti ci guardavano con grande curiosità. Lei amava camminare e farci camminare, nel periodo di Natale ci portava a piedi da casa fino a piazza Navona, crossando Villa Borghese, in un locale dove si giocava a tombola ungherese. Mi ricordo che era affascinante passare da un quartiere come i Parioli anni ’30, attraversare via Flaminia, luogo di tombe, e arrivare alla Porta del popolo dove si apriva la vastità di Roma antica. Mia madre mi ha insegnato a guardare Roma con gli occhi da straniera». Che intende? «Io vivo ancora oggi la mia città con quella curiosità ed entusiasmo di chi vede una cosa bella per la prima volta. Proprio mamma, in macchina qualche giorno fa, mentre passavamo per una via bellissima, mi ha fatto notare che i romani non possono accorgersi appieno della meraviglia di Roma, perché ce l’hanno davanti agli occhi tutto il giorno. Le cose le apprezzi solo quando ti mancano o non sono tue! ». Lei è una grande appassionata di arte e di bellezze «romane», ci suggerisca qualche posto che vale la pena vedere. «Per esempio nella chiesa di San Luigi dei Francesi, che si trova nel rione Sant’Eustachio, non distante da Piazza Navona, sono custoditi, all’interno della Cappella Contarelli, tre capolavori del Caravaggio. Fin da piccola, poi, mia mamma ci portava a visitare la competizione tra Bernini e Borromini. A Sant’Andrea al Quirinale c’è una magnifica cupola del Bernini, mentre al San Carlino alle Quattro Fontane si apprezzano le opere del Borromini». Altri posti per lei magici? «Le ville romane. A Villa Doria Pamphilj, dove vado spessissimo, vale la pena visitare Il Casino del Bel Respiro, detto anche dell’ Algardi, voluto dal Pontefice Innocenzo X. Mentre Villa Borghese, custodisce tesori inestimabili nella sua Galleria. Un giorno torrido d’estate, poi, con il motorino sbagliai strada e dietro l’Ospedale San Giovanni, scendendo verso i Fori, alle spalle del Colosseo, scoprii una stradina incredibile, una distesa di casette, come un piccolo borgo, con i panni stesi, i gatti spaparanzati al sole, i fiori nella latta. Roma non finisce mai di stupire». Un’ultima curiosità «romana»? «Lo sapeva che la parola «moneta», si chiama così perché le prime monete si coniarono in uno stabilimento accanto al tempio di Giunone Moneta? Eleonora, ne sa talmente tante che potrebbe fare la guida turistica…» «Veramente ci ho pensato più volte e mi sono anche informata sul bando di concorso. Per ora faccio fare dei fantastici tour ai miei amici stranierei in visita a Roma. E devo dire che restano sempre tutti a bocca aperta».