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I medici: "il feto è morto", ma nasce un bimbo sano

Fatebenefratelli

La mamma, a cui era stato proposto un aborto terapeutico, ha denunciato il Fatebenefratelli. L'ospedale avvia un'indagine interna per far luce sull'accaduto

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L'ospedale Fatebenefratelli all'Isola Tiberina di Roma "ha subito avviato una procedura interna per la verifica dei fatti ed eventuali responsabilità", dopo la denuncia di una mamma alla quale i medici della struttura capitolina avrebbero consigliato un aborto terapeutico quando invece il feto, dato per morto, alla fine è nato sano. E in caso di responsabilità accertate, il Fatebenefratelli intende "prendere conseguenti provvedimenti anche a tutela di tutte quelle figure professionali che lavorano 24 ore al giorno al servizio delle mamme e dei loro bambini e che fanno del nostro ospedale un'eccellenza nel settore dell'assistenza alla nascita". "Appresa la notizia di quanto accaduto - si legge in una nota dell'ospedale - il direttore della Unità operativa complessa di Ginecologia e Ostetricia dell'ospedale, Mario Segatore, esprime solidarietà con la famiglia della paziente, che peraltro ha comunque scelto di partorire presso la nostra struttura, confermando la propria fiducia nel Fatebenefratelli all'Isola Tiberina".   Il fatto. I medici del Fatebenefratelli avrebbero dichiarato il decesso di un feto di pochi mesi, consigliando alla giovane madre, Maria S. di optare per l'aborto terapeutico. Poco prima di essere dimessa alla donna era stato prescritto un farmaco per l'espulsione del feto, farmaco che si sarebbe rifiutata di assumere. Recatasi dal proprio medico di base, Maria si è sottoposta ad un ulteriore visita da cui è emerso che il suo istinto non sbagliava ed il feto era ancora in vita, da qui la decisione di portare avanti la gravidanza. Un istinto, quello di madre, che ha trovato le sue ragioni tre mesi e mezzo fa, quando la donna ha partorito il suo bambino nato in perfetta salute. “Non si può precludere la vita di un bimbo innocente per una superficialità”, dichiara Maria, che avrebbe provveduto a denunciare i medici in questione e che, dal dicembre 2013, si gode il bimbo nato con parto naturale del peso di tre chili e mezzo. La donna chiede giustizia, anche e soprattutto perchè se si fosse arresa fidandosi del parere dei medici del pronto soccorso sarebbe stata lei stessa “carnefice di mio figlio”.  

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