Cade un albero e manda in tilt il tribunale civile

Un albero crolla nei giardinetti di via Lepanto e il sistema informatico del Tribunale civile di Roma si paralizza. A quanto pare esiste un nesso di casualità tra due eventi così apparentemente diversi e distanti, sia concettualmente che fisicamente. Lo spiegano i cartelli, affissi a centinaia sui muri e le porte degli uffici giudiziari: «Causa danneggiamento, per cause esterne, di un cavo a fibra ottica posto al di fuori degli edifici del Tribunale, tutti i servizi informatici civili, nei prossimi giorni e fino al ripristino delle relative funzionalità, subiranno gravissimi rallentamenti» firmato il direttore amministrativo, Marisa Lia, e il presidente del Tribunale ordinario, Mario Bresciano. Le «cause esterne» di cui si parla nell’avviso all’utenza sono appunto rappresentate dallo sradicamento di un grosso albero, accasciatosi su di un fianco in via Lepanto, a poche decine di metri dalla stazione della metropolitana, intorno alle 23 di lunedì scorso. Fortunatamente non ci sono stati feriti, perché al momento del crollo non passava nessuno sul marciapiede. La strada è rimasta chiusa durante le operazioni di messa in sicurezza delle squadre dei Vigili del fuoco e della Protezione civile. È stata riaperta intorno alle 3,40 di martedì mattina. Poche ore dopo, l’amara sorpresa per il personale del tribunale e gli avvocati alle prese con mille pratiche da sbrigare: tutti i terminali erano andati in tilt. Lo sono tuttora e lo saranno anche nei prossimi giorni. Nella caduta, infatti, la pianta ha danneggiato uno dei cavi a fibra ottica che assicuravano il collegamento dei computer alla rete internet e al sistema informatico interno. Il che vuol dire una sostanziale paralisi per la vita di un tribunale. Il cavo in questione è situato all’esterno degli edifici, nell’area che separa le due palazzine di viale Giulio Cesare e via Lepanto, dove sono dislocate, in totale, 18 sezioni: 13 per il civile tradizionale, 4 per il lavoro e una fallimentare. Un vero e proprio black-out, che sta rallentando ancora di più (se ce ne fosse bisogno), la macchina della giustizia a Roma. Lo dice chiaramente anche l’avviso firmato dal presidente Bresciano: «I servizi informatici civili subiranno gravissimi rallentamenti». Esattamente quello che sta accadendo da martedì. Le cancellerie non possono svolgere a pieno il loro servizio, perché i terminali non hanno accesso alla banca dati interna. Non si possono consultare i fascicoli, né aggiornare le udienze. E gli avvocati non possono nemmeno usufruire del servizio di ricerca delle cause iscritte al ruolo. Tutti con le mani in mano, mentre i cittadini aspettano fiduciosi di avere una risposta dalla giustizia. «Si assicura, comunque, che è stato dato corso, senza indugio, ad ogni necessaria iniziativa per ristabilire il funzionamento dell’ufficio a pieno regime», conclude il cartello affisso a ogni angolo del tribunale. Peccato, però, che la Regione e il Comune stiano ancora cercando di capire a chi spetti la competenza per l’intervento. Intanto, ieri mattina, gli uomini del Servizio giardini stavano facendo a pezzi con le motoseghe l’albero che, da solo, è riuscito a bloccare il tribunale più grande d'Europa.