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Metropolitana, la mappa dei sogni per chi vive a Roma

Oltre 20 linee di tutti i colori, con più di 25 snodi che collegano le tratte tra loro e circa 400 km di tracciato

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Mezzi pubblici? No, vado in macchina. Classica risposta. Spostarsi a Roma in metropolitana non è facile. Poche linee affollate che non lasciano altra scelta che ricorrere ai tanto cari mezzi privati. Per lavoratori, pendolari, studenti, muoversi in metro è letteralmente un sogno. Per altri, soprattutto turisti, il triste epilogo di un viaggio tanto atteso verso la città eterna. Per loro al momento di tornare a casa, resterà un solo dato che giutifica quell'appellativo: eterna. Eterna perché è indefinito il ritorno a casa quando ci si immerge nel traffico della Capitale. Epica contemporanea. Ma esiste una via d'uscita a tutto questo, un percorso alternativo che in pochi conoscono che permette di restare tranquilli nel caos metropolitano. E' sufficiente una domanda: quanto costa sognare? Poco o nulla, basta un po' di fantasia e il gioco è fatto. E' per questo che i ragazzi della Tic Edizioni si sono divertiti a disegnare una mappa a dir poco fantascientifica, che collega Largo Argentina al Forte Prenestino, San Lorenzo al Gianicolo e l'Isola Tiberina a San Pietro. E' questa l'idea alla base di "I Have a Dream", celebre citazione da un discorso di Martin Luther King e finta carta delle linee metropolitane della Capitale pubblicata su poster, borse e t-shirt. Un'iniziativa surreale nata dalla casa editrice locale che si presenta in maniera sui generis: "Tic Edizioni è una casa editrice indipendente, persino dalla sua stessa volontà". Nella mappa immaginaria della metropolitana dei sogni ci sono oltre 20 linee di tutti i colori, con più di 25 snodi che collegano le tratte tra loro e circa 400 km di tracciato. Alle storiche linee che collegano Anagnina-Battistini e Laurentina-Rebibbia, si affiancano anche Oriolo Romano-Trastevere e Finocchio-Piazza Verbano. C'è da scommettere che, se dovesse realizzarsi il sogno di tutti i pendolari che ogni giorno utilizzano l'auto o i mezzi pubblici per recarsi al lavoro, sicuramente il sindaco Ignazio Marino riuscirebbe non solo a completare la pedonalizzazione dei Fori Imperiali, ma potrebbe estendere il progetto ad altre aree archeologiche di Roma, in cui i turisti potrebbero passeggiare liberamente tra i monumenti. E non solo. La qualità della vita migliorerebbe, il traffico sarebbe ridotto all'osso. Vagonate di turismo. Per non parlare della spinta di cui godrebbero tutte le zone limitrofe alla città. Il mercato del mattone che ricominceerebbe a salire, le aree suburbane che garantirebbero ampi spazi per le famiglie e facili spostamenti verso il centro. Un miracolo. Quel mezzo di trasporto pubblico che anni fa divenne un decisivo strumento di democrazia per la città, con il popolo delle borgate che finalmente poteva mettere piede nel centro storico senza particolari disagi, oggi non basta più. Il trasporto pubblico a Roma è imbarazzante. E' limitativo, inutile se si devono raggiungere quartieri lontani dalle traettorie sotterranee già in funzione. I lavori di ampliamento delle rotte vanno avanti da secoli. Basti pensare all'epopea, anche giudiziaria, della linea C. In costruzione dal 2007, un giorno taglierà la città da nord-ovest, nel quartiere Della Vittoria, alla periferia est estendendosi oltre il Grande Raccordo Anulare per una lunghezza totale di circa 25,6 km e 30 stazioni passando per il centro. Sarà contraddistinta dal colore verde. Questa terza linea, color speranza, una volta completata, non riuscirebbe da sola a cambiare le abitudini dei romani. Nessuna rivoluzione pedonale, con buona pace del primo cittadino. Serve di più. Serve un sogno. Qualcosa che costi poco e che permetta di mantenere la calma nelle situazioni più insopportabili e snervanti. Qualcosa che permetta di non perdere la testa quando si è in coda alle 5 del pomeriggio sulla Tangenziale.

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