Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

«Siamo i difensori dell'arte Italiana»

Esplora:

Riportati nel Paese oltre 11mila dipinti

  • a
  • a
  • a

Cesare Lampronti guida la ditta di famiglia dal 1961, divenendo nel corso del tempo un punto di riferimento assoluto nell'antiquariato romano. Lui, terza generazione di antiquari, è il simbolo della professionalità e della specializzazione nel settore dell'antiquariato. Ti accoglie nella sua gigantesca galleria in via del Babuino 174 e si appoggia con naturalezza su un'antica poltrona. Elegante, mai fuori posto, in perfetto equilibrio con quel mondo di arte e bellezza che lo circonda, Lampronti narra di un mestiere che negli ultimi 50 anni ha visto numerose evoluzioni, ma non ha mai perso il suo valore sociale oltre che economico. «Sono orgoglioso di sapere di aver riportato in Italia durante la mia attività oltre 11mila dipinti che furono portati all'estero durante la grande guerra». Spiega Lampronti. «Il nostro mestiere è anche questo, valorizzare quell'immenso patrimonio che ha l'Italia, di certo le leggi non ci aiutano». Fondata dal nonno Cesare nel 1914, la galleria fu poi gestita dal figlio Giulio per giungere successivamente alla terza generazione. L'ultimo Lampronti alla guida della galleria è cresciuto in un ambiente culturale ricco di stimoli che certamente ha contribuito alla sua profonda conoscenza dell'arte antica. Un'eredità che non è pesata sulle spalle dell'allora giovane Lampronti: «Mi sono laureato in economia e commercio, ma la passione per questo mondo mi ha trascinato in galleria, certo ho cercato di trasformare profondamente la nostra attività. Un ruolo chiave ha avuto la mia attenzione all'estero, frequentando gli ambienti internazionali mi rendevo conto che era in atto una radicale trasformazione del settore. Così imitando le gallerie londinesi fui uno dei primi ad immaginare mostre a tema, molto specifiche che attraevano una clientela maggiormente specializzata». Ma il processo di specializzazione non si ferma e come spiega lo stesso Lampronti era necessario ristringere sempre di più il proprio specchio d'azione: «La mia attività pur spaziando dalla pittura alla scultura ai mobili antichi, ben presto si è rivolta soprattutto alla pittura». Una ricerca e passione che trasforma Cesare in uno dei maggiori esperti di pittori tra XVII e XVIII secolo. «Mi sono specializzato». Continua Lampronti. «Nelle nature morte, nei paesaggi e nei vedutisti. In questo specifico settore posso dire di essere stato un pioniere, stimolando l'interesse di insigni studiosi quali Ferdinando Bologna e Giuliano Briganti, che hanno fornito rilevanti contributi con i loro studi sulle opere da me collezionate». Oggi però dopo la specializzazione e l'essersi costruito una brillante carriera sia in campo istituzionale, è stato vicepresidente dell'Associazione Antiquari fino al 2005, che internazionale partecipando alle più importanti mostre pubbliche di antiquariato, come la Biennale des Antiquaires a Parigi e la TEFAF (The European Fine Art Fair) che si svolge ogni anno a Maastricht ed è concessa esclusivamente a pochissimi e selezionati espositori italiani. Insomma, la storia segna il percorso di Cesare Lampronti, ma un cruccio lo rende irrequieto: «Il vero problema per noi antiquari italiani è quello che dobbiamo affrontare valanghe di problemi burocratici. I clienti italiani sono sempre meno e stanno lentamente sparendo. La causa di questa crisi è dovuta ai registri che noi antiquari dobbiamo tenere per gli acquirenti e che quindi spaventano i compratori italiani. Resta l'estero ma anche lì problemi, se vogliamo vendere un'opera all'estero dobbiamo fare una richiesta agli organi competenti, aspettare 40 giorni e sperare che ci autorizzino la vendita. E il cliente straniero ovviamente trova questa pratica una faccenda noiosa che preferisce evitare. Alla fine ho aperto una sede a Londra per seguire il mercato e per essere competitivo con i miei colleghi inglesi». Lampronti racconta con amarezza questo pezzo della sua storia, come se trovasse tutto assurdo, del resto a Roma giungono turisti da tutto il mondo e l'arte dovrebbe essere il suo linguaggio naturale. Poco importa se vi piacciano o no le opere così potenti della galleria Lampronti, perchè di certo respirerete, nelle sue sale, la grandezza dell'arte italiana, infarcita dalla passione di Cesare, che ancora oggi sceglie ogni singola opera della sua collezione preferendo qualità di fattura ai grandi nomi. Perchè per Lampronti l'arte è un fatto genetico, tutto il resto è l'imbarbarimento del mondo che non riesce mai a superare l'ingresso della galleria in via del Babuino 174.

Dai blog