Due secoli di storia tra orologi e lancette
La Roma del lusso passa per i loro negozi
Perdere il senso del tempo in un negozio Hausmann & Co sembra impossibile, eppure accade. Sopratutto se sei in compagnia di Francesco Hausmann ultima generazione degli orologiai simbolo della Roma che ama il lusso. L'erede della storica famiglia racconta: «La storia del nostro negozio è costellata da due grandi famiglie, la mia e quella dei nostri soci i Frielingsdorf. Siamo insieme dal 1891, quando Ernst Hausmann si associò con Hermann Frielingsdorf creando la Ditta Hausmann & Co». Da allora una storia di successi che giunge fino agli attuali amministratori, Francesco Hausmann e Benedetto Mauro. Oggi lo storico negozio di via del Corso è un vero colosso dell'orologeria di lusso, che rappresenta marchi di prestigio come Patek Philippe, Rolex, A. Lange & Sone, Cartier, Vacheron Costantin. Francesco Hausmann ha un passato come ufficiale dei carabinieri un'esperienza che «mi ha permesso» racconta «di comprendere le gerarchie e che è risultata molto utile nella gestione dell'azienda. Oggi non siamo più un'impresa familiare, il nostro obiettivo era quello di trasformare l'Hausmann & Co in un'azienda moderna in grado di affrontare il mercato in anni di crisi e di essere sempre più slegata dalle dinamiche familiari». Da qui la voglia di aprire nuove realtà, con la creazione di due nuovi punti vendita, uno in via Condotti l'altro in via del Babuino, che sono andati ad aggiungersi alla storica sede di via del Corso. «Si tratta di una scelta obbligata, il mercato degli orologi si è profondamente trasformato nel corso degli anni, oggi la nostra clientela locale si è ridotta drasticamente e quindi per noi era fondamentale posizionarsi nelle vie più prestigiose e turistiche della città. Per anni abbiamo lavorato con gli americani, oggi è il tempo dei paesi emergenti in particolare la Cina, il negozio di via Condotti ci ha dato risultati impressionanti». Una fetta di mercato, quella orientale, che ha coperto il drastico calo degli acquirenti italiani. Una sostituzione vantaggiosa, come spiega lo stesso Hausmann: «Oggi la nostra clientela straniera ha avuto un'ascesa superiore al calo di quella italiana, permettendoci una crescita di fatturato significativa. Il problema che la perdita della clientela locale, anche in questa situazione di vantaggio, resta un rischio. Nel 2001 subito dopo la caduta delle "Torri Gemelle" ho visto sparire in un batter d'occhio la clientela americana, ugualmente potrebbe accadere con i cinesi per questo non dobbiamo mai sederci e pensare a nuovi investimenti, per far crescere, anche fuori da Roma, la nostra attività». Resta da capire perché la clientela italiana sia sparita dal mercato, Hausmann ha una risposta chiara: «Non è solo un problema di soldi e di crisi economica, le leggi nel settore del lusso sono diventate sempre più stringenti e non mi riferisco alla riduzione dell'uso dei contanti, ma al fatto che oggi se un italiano compra un orologio in uno dei nostri negozi noi siamo costretti, qualora superi una determinata cifra, a segnalarlo tramite il codice fiscale. È inaccettabile che lo Stato chieda a noi di essere controllori, sopratutto perché nella comunità europea ci sono molti paesi, come l'Austria, dove i nostri clienti italiani possono comprare senza dover incappare in fastidiosi controlli. Questo ha distrutto il mercato interno, non l'assenza di risorse».