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I cinema chiusi diventeranno salotti

Roma, ex cinema New York

Incontro al Maxxi sul futuro delle sale abbandonate o in crisi. L'obiettivo è creare luoghi per eventi con ristoranti, proiezioni e librerie. L'Anec: imprenditori disponibili ad investire

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Nuova vita per i cinema romani in crisi e in molti casi chiusi e abbandonati. Come il New York, il Roma, la sala Troisi, l'Empire. Riapriranno e l'obiettivo e di fare loro dei veri e propri salotti romani con tanto di servizi per la ristorazione, wi-fi, spazi per l'acquisto dei libri e possibilità di baby sitting. Lo stesso futuro spetterà a tutte le sale dell'ex cicuito Cecchi Gori ora rilevate dalla Mediaport, dunque l'Adriano, l'Atlantic, l'Ambassade, il Broadway, il Royal, il Gregory, l'Admiral.   Gli imprenditori privati sono disponibili ad investire, assicura Giorgio Ferrero, presidente Anec Lazio che ieri ha chiamato a raccolta al Maxxi le istituzioni per parlare del futuro dei cinema capitolini. "Ma l'amministrazione deve snellire i provvedimenti amministrativi e far sì che per concedere un'autorizzazione non ci vogliano anni".   Perché i cinema, intanto, chiudono. Sono 42 quelli che hanno abbassato le saracinesche a Roma negli ultimi 25 anni ai quali se ne aggiungono un'altra ventina definitivamente abbandonati nel resto della Regione. Di una cosa sembrano essere pienamente d'accordo imprenditori e amministratori locali: multiplex e mono sale potranno convivere se si allargherà l'offerta dei servizi per il pubblico. Dunque wi-fi, possibilità di acquistare libri, punti ristoro, aree per bambini. Tutto a carico dei privati, si intende, visto che soldi pubblici per finanziare questi progetti, non ce ne sono.   Sul punto è chiaro l'assessore alla cultura della Regione Lidia Ravera, che ha una parola anche sul costo dei biglietti per assicurarsi una prima visione al Festival del cinema di Roma: "Stiamo discutendo ora il bilancio 2014, non ho intenzione di promettere quello di cui non posso essere certa. Ma sicuramente la Regione farà di tutto per snellire le pratiche amministrative che possono essere d'ostacolo all'attività degli imprenditori. Quanto al bisogno di diffondere cultura cinematografica, certo non è equo che un biglietto al Festiva di Roma costi 15 euro. Il prossimo anno mi batterò per un calmieramento dei prezzi". Niente soldi pubblici ma "una cabina di regia per mettere gli operatori in condizione di poter offrire nuovi servizi all'interno delle sale", per l'assessore alla cultura del Campidoglio Flavia Barca.   Le idee per dare nuova linfa vitale ad un settore che ha visto perdere negli ultimi 15 un incasso medio a schermo di oltre il 20%, non mancano. Massimo Ciccaglioni, presidente del gruppo Arion e dei librai romani pensa alla possibilità di far coesistere libri e cinema anche attraverso eventi dove partecipino famosi registi, sceneggiatori, scrittori. "Perché la gente non va più al cinema o al teatro – spiega – ma riempie le sale in presenza di eventi di questo genere".

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