No alla discarica: bloccata via Ardeatina
Proteste dei residenti, polemiche politiche, guerre di carte in tribunale: è un copione che si ripete quello che ruota attorno alla scelta della nuova discarica di servizio di Roma che andrà a sostituire Malagrotta, la cui chiusura è prevista per fine settembre. Dopo Corcolle, dopo Pian dell’Olmo, dopo Quadro Alto, dopo Monti dell’Ortaccio, ieri sono scesi in strada abitanti e rappresentanti delle istituzioni del IX municipio (ex XII), contro l’ultima decisione del commissario all’emergenza rifiuti Goffredo Sottile che questa volta ha messo la bandierina sull’Ardeatina, nei terreni della società Ecofer Ambiente. In rivolta i residenti, che annunciano manifestazioni ad oltranza, ed anche i minisindaci Pd del comprensorio, a partire dal presidente del IX municipio Andrea Santoro, che oggi presenterà formale diffida contro "questa scelta incomprensibile calata dall’alto senza che venissero nemmeno consultate le istituzioni locali”. Ieri pomeriggio erano più di un centinaio, tra associazioni, comitati di quartiere e coordinamenti anti-discarica, alle 18 hanno bloccato l’Ardeatina alla Falcognana, nei pressi del chilometro 14,500, dove appunto dovrebbe sorgere la nuova discarica. "Vergogna”, "Sottile, la spazzatura nel tuo cortile”, intonavano i cori, mentre gli striscioni dei bambini chiedevano "a voi adulti di pensare anche a noi”. Tutt’intorno paralisi del traffico, file chilometriche tra il Raccordo e la Laurentina. "Questo è solo l’inizio – lo dice Luigi Ferranti del comitato Canestrini ma lo pensano un po’ tutti – è un blitz d’agosto ma non passeranno”. Anche perché, dal Consorzio Canestrini, Claudio De Santis fa notare come "il territorio sia già al limite: non abbiamo le fogne, l’acqua potabile, noi i nostri condoni li abbiamo pagati”. C’è irritazione, poi, rispetto alla posizione della Regione: solo il 21 giugno scorso, infatti, il presidente Zingaretti aveva scritto proprio ai residenti del Consorzio Canestrini rassicurandoli sul fatto che in quel quadrante "non sono stati autorizzati, né lo saranno, impianti che possano mettere a rischio la salute o creare disagi”. "Una beffa sentirci rispondere che lì una discarica di rifiuti pericolosi già c’è dal 2010”, conclude Claudio. Le obiezioni, che ieri ripeteva anche don Fernando, futuro parroco del Divino Amore, sono tante: dalla viabilità già compromessa alla vicinanza ai centri abitati come sottolineano dall’associazione "Fiore di Libertà”: "Sarebbe la devastazione dell’agro-romano e del suo valore paesaggistico e culturale”, spiega Claudia Serani, mentre per Francesco Pettinari ìè necessario tutelare anche le moltissime aziende biologiche ed agricole del territorio”. Sullo sfondo, la posizione della stessa Ecofer: "Nessuno ci ha mai contattato, agiremo subito per vie legali”.