
Fori senza auto, il no dei tre rioni
Monti, Esquilino e Celio: serve più tempo, ascoltateci o sarà il caos Contrari pure i ciclisti. Con il cantiere metro solo 10 metri per i pedoni
C'è chi vuole fare le barricate a via Merulana come a piazza Tienanmen e chi prepara sit in al Campidoglio. Chi mette in dubbio i «flussi» di traffico previsti dal Campidoglio e chi invoca un giro di vite contro sosta selvaggia e bus turistici. Affilano le armi le associazioni del territorio chiamate oggi a intervenire all'assemblea pubblica sulla pedonalizzazione di via dei Fori Imperiali. L'appuntamento con la presidente del I Municipio, Sabrina Alfonsi e l'assessore ai Trasporti e mobilità, Guido Improta è alle 18,30 a largo Corrado Ricci. Tantissimi i comitati di quartiere di Monti, Celio ed Esquilino pronti a dare battaglia se le proprie richieste non verranno, se non accolte, per lo meno ascoltate. «Il progetto così come ce lo hanno mostrato appesantirà il traffico di ben oltre i 3 o 4mila veicoli previsti», commenta Nicola Tripodi dell'Associazione rioni Esquilino e Monti. «Non si tiene conto dell'afflusso di auto che deriverà dall'apertura del palazzo dell'Empam a piazza Vittorio e quello dei Servizi segreti a piazza Dante - continua - È un atto di mera propaganda, una dimostrazione di forza ai danni dei residenti inermi che subiranno un ulteriore aumento dello smog e dell' inquinamento acustico. Come a dire: cari cittadini, siamo più forti di voi. Noi, però, ci opporemo con tutte le nostre forze, stiamo già organizzando manifestazioni e sit in nei rioni e al Campidoglio». «Congestionare un quartiere storico come Monti per non far passare le auto al Colosseo è un controsenso», afferma Elio De Paolis di un comitato spontaneo di Monti. «Qui è già un parcheggio a cielo aperto - continua - basti pensare a piazza San Martino ai Monti, un luogo dalla bellezza eccezionale che chiediamo da tempo di chiudere al traffico. Siamo d'accordo con l'estensione della Ztl ma senza una riorganizzazione dei mezzi pubblici, che devono essere più piccoli e "puliti" , è soltanto dannosa». La più agguerrita è Luciana Gasparini, presidente di via Merulana per l'Esquilino. «Il "genovese"avrà anche la cura giusta per la milza - è la stilettata a Marino - ma quella per il traffico lascia a desiderare. Andando in bici con sei vigili di scorta non si accorge di quanto sono arrabbiati i cittadini. È riuscito nella missione impossibile di compattare destra e sinistra». La Gasparini ha in mente azioni ardite. «Ci sdraieremo in via Merulana come a piazza Tienanmen - annuncia - Saremo tantissimi, dando la precedenza a donne anziane e ben in carne perché ci dovranno portare via di peso». La sperimentazione partità nella seconda metà di luglio ma, se tutto andrà come previsto dal sindaco, per i primi anni non si potrà parlare di una vera pedonalizzazione. Questo a causa dei cantieri della metro C che restringono di molto via dei Fori imperiali. Senza tener conto delle due corsie che saranno dedicate a taxi e autobus restano a pedoni e ciclisti poco più di una decina di metri. Il marciapiede che dà sui Fori è chiuso e quello provvisorio - per modo di dire, il cantiere sarà smontato tra 7 anni - è disseminato di transenne e strettoie. In pratica, il «parco archeologico più grande del mondo» sarà un imbuto tra i due cantieri della linea C. Bello spettacolo. Molte associazioni, intanto, chiedono più tempo. «Stiamo cercando di capire quello che succederà - afferma Alessandra Mundo, assemblea centro storico di Cittadinanzattiva - Noi oggi chiederemo misure immediate per regolamentare bus turistici e carico-scarico merci e contrastare la sosta irregolare. Il centro storico è un albergo diffuso, non si può solo chiudere il traffico ma serve un vero piano di mobilità alternativa. E per farlo bisogna pensare anche a facilitare la vita a pedoni, ciclisti e disabili». «Serve un piano condiviso da tutti i rioni, non solo Celio, Monti ed Esquilino», è la proposta di Sonia Sabatini di Piazza Vittorio partecipata. «Il sindaco ci deve dare il tempo di valutare il progetto e di fare le nostre proposte. Questo sarà un test per la viabilità ma anche per l'amministrazione. Vedremo se la volontà di far partecipare la cittadinanza è reale o solo sulla carta. Questa fretta, in verità, ci preoccupa. Soprattuto abbiamo paura di non essere ascoltati». Il sindaco ciclista, poi, che ieri è scivolato - ironia della sorte - mentre si recava all'incontro sui Fori con il ministro Bray, per fortuna senza conseguenze, è riuscito anche a indispettire tanti "colleghi" ecologisti. «Questo piano disincentiva all'uso del mezzo privato ma è solo metà del problema», afferma Alfredo Giordani di Salvaciclisti - Rete per la mobilità nuova. «Ora bisogna incentivare il trasporto pubblico e gli spostamenti in bici e a piedi. Il progetto funziona solo se la gente lascia a casa la macchina a partire da domani. È un primo segnale, ma insoddisfacente».
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