Rogo nel sottopasso. Morti due clochard

Unatragedia che si è consumata alle spalle di via Veneto, strada della Dolce Vita romana. È accaduto poco prima delle 4, in Corso Italia, all'altezza del civico 92, di fronte a Villa Borghese. Si tratta di due somali con permesso di soggiorno ottenuto in un'altra città e da tempo a Roma. Lo hanno accertato i poliziotti del Commissariato Castro Pretorio del dirigente Antonio Pignataro. Non è la prima volta che senzatetto africani vengono sorpresi a dormire sotto le scale del sottopasso, tra i binari e la strada. Dal sottopasso si sono alzate delle colonne di fumo ed è partita la segnalazione ai vigili del fuoco. Quando sono arrivati si sono trovati davanti a un inferno. L'ambiente è stato spento dall'acqua delle autopompe. Al termine i pompieri hanno trovato i due corpi distesi a terra, praticamente degli scheletri. Un barbone della zona, un pugliese, ha riferito di aver visto «alcune persone allontanarsi dopo l'incendio», prima che arrivassero i mezzi del 115. Un dettaglio che all'inizio ha fatto pensare a un duplice omicidio, a un rogo appiccato doloso. Il clochard è stato ascoltato dagli investigatori negli uffici del Commissariato e la dinamica è stata chiarita. Non si sarebbe trattato di un gesto violento ma di una disgrazia. Comunque i poliziotti non trascurano alcuna pista. Sembra che in tarda serata i due africani avessero avuto a che ridire con un barista della zona dove andavano spesso a cambiare in banconote le monete dell'elemosina. Motivo? Avrebbero rubato bottiglie di superalcolici. Lo spazio della tragedia ha funzionato come la canna fumaria di un caminetto. Quando i due hanno acceso il fuoco per riscaldarsi, per depressione l'aria calda interna è stata risucchiata da quella fredda all'esterno scatenando l'inferno. Sul posto sono state trovate diverse bottiglie di vetro andate in frantumi per il forte calore. La morte dei due somali ha innescato la polemica nata dal commento del vicesindaco Sveva Belviso: «Rivolgo un appello ai nostri cittadini: aiutate l'Amministrazione ad intercettare casi di disagio nascosti». Un lavoro di monitoraggio che costantemente viene svolto dalla Commissione Sicurezza di Fabrizio Santori che le ha risposto a distanza: «La Commisione invia decine e decine di segnalazioni provenienti dalla cittadinanza e, puntualmente, le formalizza per mezzo di apposite denunce inviandole alle Autorità competenti. Tra i diversi siti segnalati - continua il presidente della Commissione - figurano anche i sottopassi di Porta Pia e quello di Corso Italia, da tempo interessati da situazioni di degrado, di illegalità e anche, purtroppo, di casi sociali da attenzionare con il dovuto rigore. Il problema è che tale genere di eventi non dovrebbero appartenere a una città come Roma e che quanto segnalato dalle Commissioni e dai singoli consiglieri municipali rappresentano non futili denunce ma il megafono di appelli lanciati dai cittadini che né noi né loro vorrebbero vedere cadere vanamente nel vuoto. E allora non vorremmo che si tratti, anche in questo caso, della classica tragedia annunciata».