Clini non si fida e manda i Noe
Devono verificare se è vero che non possono trattare i rifiuti di Roma
Èl'ultimo capitolo della «guerra» dei rifiuti, che vede contrapposti il commissario all'emergenza, Goffredo Sottile, e le province di Latina e Frosinone. Queste ultime si oppongono all'arrivo dei rifiuti che la Capitale non riesce a trattare, sostenendo che non hanno la capacità sufficiente. Al commissario, in base ai dati della Regione, invece non risulta che sia così. È per questo motivo che il ministero dell'Ambiente ha deciso di inviare i militari del Nucleo operativo ecologico. È previsto espressamente nel decreto del 7 gennaio che il commissario possa «richiedere l'intervento del Noe per il necessario supporto al superamento della situazione di grave criticità». Oggi partiranno le ispezioni. Il Ministero ha stilato la lista delle priorità degli impianti da controllare: la Società Ambiente Frosinone di Colfelice, la RiDa Ambiente di Aprilia (Latina), il Centro Servizi Ambientali di Castelforte (Latina) e l'Aria di Paliano (Frosinone). I Noe faranno visita anche ai due impianti Ama, di Salaria e Rocca Cencia, e ai due di Malagrotta della Colari. Ed è qui che ci imbattiamo nel primo mistero. Sottile, il 15 gennaio, li aveva esclusi. Lo aveva messo nero su bianco: «Gli impianti operanti nel territorio di Roma Capitale, in particolare Rocca Cencia e via Salaria, gestiti da Ama, e Malagrotta 1 e 2 gestiti dal Consorzio Colari, risultano operare alla massima capacità autorizata e sono, pertanto, nell'impossibilità di trattare integralmente la quantità di rifiuti indifferenziati giornalmente a Roma, Fiumicino, Ciampino e Vaticano». Se sono stati estromessi, perché inviare il Noe? I militari, comunque, avranno il compito «di accertare le condizioni effettive di funzionamento e di verificare la capacità residua degli impianti di trattamento biologico». Bisogna ricordare che i siti scelti da Sottile sono la Pontina Ambiente di Albano, l'Ecologia Viterbo di Casale Bussi, la Frosinone Ambiente di Colfelice e la Csa di Castelforte a Latina. Solo i primi due hanno la disponibilità a trattare i rifiuti di Roma in eccedenza. Ad Albano 50mila tonellate annue (150 al giorno) e a Viterbo 30mila (80 al giorno). I camion dell'Ama oggi inizieranno a portare i rifiuti ad Albano, ma dovranno fare i conti con la manifestazione di cittadini e amministratori. È slittato a lunedì, invece, l'invio dell'immondizia a Viterbo. Su Castelforte e Colfelice, invece, siamo in una situazione kafkiana. Partiamo dall'impianto di Castelforte. Secondo il Ministero è autorizzato a lavorare 41mila tonnellate all'anno, ma ne tratta solo 29.843. C'è spazio per altre 11mila. La realtà, però, non sarebbe questa. Il presidente della Provincia di Latina, Armando Cusani, spiega che c'è un errore di fondo: «L'impianto di trattamento meccanico biologico (tmb) è stato autorizzato, ma non è mai stato realizzato. La Csa ha costruito solo quello per la frazione secca della differenziata. Risulta anche dai controlli della polizia provinciale. I dati della Regione sono sbagliati. Il piano regionale, infatti, è stato bocciato dal Tar. Non solo, anche le informazioni sull'impianto di Aprilia non sono corrette. Fa solo il trattamento meccanico e non quello biologico». Ancora più singolare il caso di Colfelice. Per il Ministero può ancora accogliere 139.597 tonnellate all'anno (430 al giorno). La Provincia di Frosinone ha ribadito più volte che la capacità autorizzata non corrisponde a quella effettiva. Non c'è abbastanza personale e manca il quarto lotto. Saranno i Noe a fare chiarezza.