Zingaretti e Storace Sondaggi, ironia e velenosi sfottò
Litiganosu tutto i candidati alla presidenza della Regione Lazio Nicola Zingaretti e Francesco Storace. L'un contro l'altro armati da numeri e certezze loro dispensate da sondaggisti e comunicatori che tutto e il contrario di tutto sfornano pur di aumentar la gazzarra. Usando come clava i timidi pronostici telefonicamente forniti dagli elettori. Pronostici che al momento premiano il presidente uscente della Provincia di Roma Zingaretti: il 51% degli abitanti del Lazio lo vorrebbe presidente contro il 19% guadagnato da Storace e il 7% conquistato da Giulia Bongiorno, avvocato leader del pattuglione centrista sotto bandiera Udc. Il sondaggio Ipsos commissionato dal Comitato Nicola Zingaretti Presidente ha usato un campione casuale rappresentativo della popolazione adulta a cui (sorpresa!) pare piacciano molto i movimenti dell'antipolitica. E difatti assegna al partito del pm palermitano Antonio Ingroia e il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, complessivamente, il 16,1. Ma gli incerti sono ancora di più, il 24,8. Potrebbero fare la differenza e colmare quel vuoto che ora separa il fondatore de La Destra dal candidato del centrosinistra. E siccome loro, volponi della politica lo sanno, alimentano il fuoco per cercare di strappare consensi. «La partita si chiude al fischio finale - afferma Zingaretti - Se ci sono questi sondaggi è perché sta passando il nostro messaggio: è tempo di produrre una discontinuità col passato perché la Regione Lazio non riesce più nemmeno a dare le risposte minime ai cittadini». «Zingaretti mi doppia nei sondaggi? Ci credo poco: la partita è aperta», rilancia Storace. «Lui crede di aver già vinto in realtà ogni giorno perde qualcosa. Prima i centristi, poi Ingroia e infine i radicali. È riuscito a litigare con tutti e ciò non potrà non lasciare conseguenze». E ancora: «Sondaggio faziosissimo. Vuoi vedere che vinciamo come nel 2000?» Tra i due contendenti s'infila Mara Carfagna: «Zingaretti ha presieduto un'amministrazione che ha sperperato 280 milioni di euro per un palazzo inutile dove trasferire la sede della Provincia». In difesa del «rosso» presidente interviene il consigliere regionale Pd Enzo Foschi. «Ma lo Storace che parla di spending review è lo stesso che ha dimostrato egregiamente di essere maestro nella Spendingdeppiù?», la butta in romanesco. «Mister 10 miliardi di debito quando parla di risparmi nella spesa pubblica somiglia proprio a Silvio Berlusconi mentre parla della famiglia: tutti e due dimostrano una credibilità pari allo zero», va giù duro Foschi. Storace lo infilza: «L'affermazione di Zingaretti, relativa ai dieci miliardi di debito del 2005, mi ha fatto sorridere. Perchè io ho governato cinque mesi, Marrazzo otto. Ecco, deve stare attento. Come dice lui non glielo hanno «imparato»! Commette errori clamorosi perchè non si può attribuire a me un bilancio che per due terzi è di un altro». Stilettata a Storace da Jean Leonard Tuoadi, capolista Pd alle regionali: «Storace insiste a mettersi in cattedra, ma lui e i suoi hanno portato al collasso la sanità». Difesa d'ufficio da parte di Fidel Mbanga Bauna, punta di diamante della Lista Storace: «Touadi ha fatto parte come assessore di quell'amministrazione di centrosinistra capitolina che ha lasciato a Roma dodici miliardi di debito. E poi Storace ha aperto nuovi ospedali, Marrazzo non ha aperto neppure un nosocomio e pure lui ha creato debiti, per nove miliardi, per essere esatti. Quelli li chiama investimenti, però». Contano i fatti, insiste l'ex giornalista di RaiTre: «L'amministrazione di centrodestra guidata da Storace ha ampliato le strutture sanitarie del Lazio per garantire il diritto di cura ai cittadini, questi loro li chiamano debiti». Della serie: guerra senza esclusione di colpi. E c'è chi s'accanisce a fare le somme. Se l'Udc è al 3,7% (era al 6,1 nel 2010 quando correva per la Polverini), Fli al 3,9% e la Lista Polverini allo 0,5 quanto potrà recuperare Storace, considerato che voterà per lui pure il neonato partito di Giorgia Meloni Fratelli d'Italia al 2,2? Cambiando l'ordine degli addendoi il risultato sarà diverso? Una cosa è certa: il ruolo degli elettori ancora indecisi sarà decisivo. Ale. Zav.