Le associazioni di categoria sono sul piede di guerra.
Ilsegretario dell'associazione Esercenti bar e gelaterie di Roma e Provincia, Claudio Pica, critica molto duramente l'ordinanza del 21 gennaio nella quale è prevista l'applicazione della chiusura dell'esercizio pubblico in caso «di installazione di copertura o tende autoportanti, chiusure verticali in Pvc, plexiglass o simili, su strade urbane urbane del territorio capitolino». Per Pica «questa norma è stata adottata senza alcuna concertazione, tanto più che durante la convocazione dello scorso 17 gennaio, l'assessore al Commercio Davide Bordoni aveva comunicato espressamente che non vi erano particolari argomenti importanti riguardanti la Categoria e che potevamo addirittura lasciare la riunione, in quanto si è parlato solamente di occupazione di suolo pubblico e relative soste dei Camion Bar. L'ordinanza - continua Claudio Pica - appare eccessiva in quanto prevede quale pena accessoria la chiusura dell'esercizio pubblico. Tale misura appare particolarmente penalizzante, a motivo delle riscontrate difficoltà che le nostre attività già hanno in questo momento di grave crisi economica. Invece di sostenere un comparto economico che dà lavoro a molte persone, senza ricorrere alla Cassa Integrazione, sembra che il Campidoglio voglia accanirsi sui pubblici esercizi. Chiediamo un Tavolo definitivo tecnico di concertazione - conclude Claudio Pica - considerando che mancano ancora 4 mesi alla scadenza delle Elezioni Comunali». Sulla stessa lunghezza d'onda è anche Nazareno Sacchi della Fipe Confcommercio, il quale ricorda la stessa riunione a cui fa riferimento pure Pica: «Sono veramente stupito di ciò che è accaduto - dice Sacchi - Solo pochi giorni prima che l'ordinanza fosse firmata siamo stati convocati dall'assessore Bordoni. Ci siamo riuniti per discutere delle occupazioni di suolo pubblico dei camion bar. Come mai non ci ha detto nulla sull'ordinanza che stava per essere adottata. Non è questo il modo di collaborare». La Confcommercio ha inviato pure una lettera al sindaco per spiegare la propria contrarietà. Le associazioni di categoria pensavano che dopo la direttiva Bordoni del dicembre scorso non ci si dovesse più aspettare sorprese. Ma non è solo una questione di metodo, gli esercenti contestano anche il merito. Il presidente di «Riprendiamoci la notte» ha sottolineato come questa ordinanza non lasci loro spiragli: «Non ci danno alternative concrete ai tendoni di plastica».