Damiana Verucci Tre settimane e sul Pantheon calerà il sipario.
Chiuderannoper un minimo di cinque giorni perché quella che una volta sarebbe stata una semplice multa per «difformità», con la nuova ordinanza Alemanno si trasforma in chiusura. Sanzione pesantissima, la stessa che si applica a chi senza alcuna autorizzazione mette tavolini e sedie all'aperto. Ci vorranno ora circa tre settimane di tempo, stima il presidente del I Municipio Orlando Corsetti, per elaborare quei verbali negli uffici di via Petroselli e trasformarli in provvedimenti di chiusura. Poi tutte insieme, contemporaneamente, si abbasseranno le saracinesche dei locali sulla piazza. Lo stesso Corsetti tradisce un po' di stupore alla notizia del blitz dei vigili urbani e rimane letteralmente senza parole quando scopre che gli esercenti sono stati multati anche per i funghi caloriferi di vecchio tipo. «Preferisco non fare dichiarazioni – è la sua risposta – certo però tutto questo mi sembra un po' esagerato». I vigili si sono presentati in quindici all'apertura degli esercizi e hanno cominciato a prendere nota, un locale dopo l'altro, delle irregolarità riscontrate. Prima di tutto le coperture in plastica, colpiti tutti e nove gli esercizi, ma poi anche i funghi caloriferi di vecchio tipo e chi non era in regola con la propria occupazione di suolo pubblico è stato multato anche per quello. Ai titolari che chiedevano il motivo di quelle sanzioni alcuni vigili urbani avrebbero risposto: «Stiamo applicando l'ordinanza del Sindaco». Iniziando proprio dal Pantheon, la stessa piazza dove a novembre del 2011 gli esercenti organizzarono una serrata contro la rimozione dei funghi caloriferi voluta dal presidente del I Municipio e subito fermata da un'ordinanza di Alemanno. Qualcuno di loro grida allo scandalo: «Non vorrei che fossimo finiti in mezzo ad una lotta all'ultimo sangue tra il sindaco e Corsetti di cui noi siamo le vittime», lamenta Sergio Tudini, proprietario del bar ristorante «Ritorno al passato». A Tudini hanno contestato anche l'occupazione parzialmente abusiva, oltre che le stufe difformi. «Ma come - chiede ancora – non era stato detto dall'assessore al commercio Davide Bordoni che potevamo sostituirle a poco a poco? E ora le multano?». Il verbale dei vigili però parla chiaro: ìStufe non conformi a quelle autorizzate». Stessa dicitura utilizzata anche nei confronti dello storico ristorante Di Rienzo. A parlare è il figlio, Gabriele: «Prima ci hanno chiesto di indietreggiare con tavolini e sedie per il nuovo piano di massima occupabilità e noi lo abbiamo fatto, poi il sindaco ha fatto un'ordinanza per bloccare la rimozione delle stufe e sulle coperture ci era stato detto che si stava cercando un'alternativa. Ora, invece, abbiamo assistito ad un vero e proprio blitz della municipale e non capiamo quali possano essere le motivazioni di fondo». A guardare piazza della Rotonda quelle coperture sono un pugno in un occhio e su questo tutti gli imprenditori dei locali sono d'accordo. «Ma cosa ci facciamo con stufe senza coperture? - chiede Andrea Andreucci del ristorante "Scusate il ritardo" - Anche noi vogliamo togliere questi tendoni ma stavamo aspettando che l'amministrazione ci dicesse cosa dovevamo mettere al loro posto». Dell'esistenza dell'ordinanza, poi, in molti sono venuti a conoscenza solo ieri e a dirglielo sono stati i vigili che procedevano alle multe. «Ma le pare possibile che nessuno di noi sapeva di questo provvedimento?» incalza Andreucci. Riunione lampo ieri alle 18 nel ristorante di Di Rienzo e iniziative forti che contano di prendere gli esercenti multati. Il messaggio è: non possiamo più stare a guardare soprattutto quando, bilanci alla mano, da un anno all'altro c'è stato un calo medio degli affari del 30-40 per cento per ogni singolo esercizio. Ieri sera, complice anche la pioggia, nonostante le multe fatte la mattina tutti i locali esponevano gli ormai noti tendoni in pvc e a sentire gli esercenti nessuno è disposto a toglierli e meno che mai a cambiare le stufe. «Non vedo perché dovrei sostituirla a mie spese con un altro tipo che è praticamente uguale a questo vecchio ma per di più neanche scalda», tuona il proprietario di "Ritorno al passato". Ora poi che le coperture più diffuse nei locali del centro storico sono vietate, quello delle stufe diventerà, forse, un problema minore. Resta il fatto che sono state multate e che Corsetti non sa come dovrà comportarsi con i nuovi verbali che gli arriveranno stamattina stessa nei suoi uffici. Il caos, dunque, continua.