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Testaccio rinasce attorno alle Anfore

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La storica fontana torna al centro della piazza. Era stata spostata ottant'anni fa

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Ilvecchio mercato viene smantellato pezzo dopo pezzo. Poi, una volta che la montagna di detriti sarà rimossa, la storica piazza Testaccio si avvierà alla rinascita. Tornerà come era negli Anni '20, con i grandi platani tutto intorno e la fontana delle Anfore al centro. Sarà proprio l'opera in travertino, che oggi si trova in piazza dell'Emporio, il simbolo di quello che fino all'anno scorso era il cuore commerciale del rione. L'abbattimento del plateatico è iniziato il 7 gennaio. Terminerà entro metà febbraio. Una parte dei costi della demolizione rientrano nella concessione del nuovo mercato, che a luglio è stato spostato in via Galvani. Altri 200mila euro sono stati stanziati dall'amministrazione capitolina. Poi partirà la gara per aggiudicarsi la riqualificazione della piazza. Un progetto pensato, cresciuto e condiviso con i testaccini. L'assessore ai Lavori pubblici, Fabrizio Ghera, ha sostenuto questo lavoro in divenire: «Ci sono stati presentati suggerimenti molto interessanti che abbiamo recepito», spiega. Nell'ultimo anno, infatti, si sono «sfidati» otto progetti degli abitanti. «Alla fine ne abbiamo scelto uno - racconta Paolo Trevisani, presidente dell'associazione "Testaccio in piazza" - Il Comune lo ha valutato e rielaborato nel dettaglio». La scorsa estate c'è stato pure un referendum, patrocinato dal Campidoglio, sull'opportunità di installare una cancellata attorno alla piazza. Hanno partecipato più di novecento persone, ha prevalso il fronte del "no"». La cancellata, quindi, non ci sarà, anche se non è esclusa del tutto. Verrà creato un solco che percorrerà tutto il perimetro della piazza dove, all'occorrenza, potrà essere montata la recinzione. Intanto, saranno installate alcune videocamere di sorveglianza. La novità maggiore è il trasferimento della fontana delle Anfore. Fu costruita nel 1927 dall'architetto Pietro Lombardi, ma otto anni dopo fu spostata in piazza dell'Emporio, dove si trova ancora oggi. L'anfora è la storia stessa di Testaccio a cui il rione deve il suo nome. «Testae», in latino, sono i cocci degli antichi recipienti che arrivavano via Tevere e che, una volta rotti, venivano ammassati su quello che fu chiamato Monte dei Cocci. «Il progetto riporta la piazza al periodo antecedente al mercato - spiega l'architetto del Comune Valentina Cocco - Pianteremo otto platani, che si aggiungeranno a quelli rimasti che la struttura del mercato aveva inglobato e su cui i banchi poggiavano. Verranno aggiunti anche piccoli alberi da fiore vicino a panchine e lampioni. Ci sarà un percorso per ipovedenti e una nuova pavimentazione con i sampietrini al centro. Rimarrà solo l'edicola». Gli operai, intano, continuano a smantellare i banchi rimasti. Un macchinario frantuma guaina, ferro e calcinacci e, con una calamita, separa i materiali. «Quando avremo rimosso tutto - spiega Ghera - la piazza resterà recintata, fino a che non partirà la riqualificazione concordata con i residenti. Sarà centro di aggregazione del rione». «La ristrutturazione dovrebbe partire in primavera (durerà circa nove mesi, ndr) - aggiunge Alessandro Cochi, membro della commissione Ambiente e testaccino doc - Sarà semplice e vivibile, frutto della collaborazione tra Amministrazione e cittadini».

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