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«Gli uscenti in Parlamento candidati dagli elettori»

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Nonè compito delle istituzioni pubbliche finanziare le attività dei singoli consiglieri». Così il candidato governatore del centrosinistra, Nicola Zingaretti, torna sui fondi alla Pisana. Cosa diversa, secondo Zingaretti, sono i fondi destinati ai gruppi consiliari, che servono a finanziare le attività politiche e che, comunque, devono essere rivisti sulla base del «decreto Monti» e di «appositi regolamenti che fissino eventualmente altri paletti». «Sulla dotazione dei fondi per i gruppi va fatto il giusto, nelle cifre che consentono esclusivamente di fare politica - ribadisce Zingaretti - È giusto limitare, e di molto, i motivi per qui si spendono questi fondi. Bisogna rivedere le regole sulla gestione delle spese giustificabili sul modello europeo, dove non c'è possibilità neanche di scontare lo scontrino del caffè». Ecco perchè «dobbiamo almeno adottare quello che stabilisce il decreto Monti ed essere molto più che rigorosi perchè il Lazio, da esempio negativo deve diventare esempio positivo». Sulla mancata ricandidatura dei consiglieri uscenti e sul mancato accordo con i radicali, il candidato del Pd ribadisce: «Non faccio privilegi per nessuno, né per il mio partito, né per gli altri partiti. Si decidono le regole e, dentro le regole, c'è la competizione». Zingaretti ricorda che la sua candidatura alla Regione è stata accompagnata dalla «scelta politica di costruire una nuova proposta e facce nuove per rappresentarla. Chi ci sta, ci sta». Detto questo, «con Pannella ho avuto un incontro piacevolissimo e anche con Staderini mi sono sentito». Sulla questione delle liste alla Pisana, «l'equivoco è che sia successo tutto improvvisamente». Fin dall'inizio, sottolinea Zingaretti «avevamo precisato di voler cambiare tutto, costruire una nuova Regione per presentarci agli elettori con una nuova credibilità attraverso un po' di serietà. Non aver raccolto questo appello è una cosa legittima. Ma io per i prossimi cinque anni difenderò la chiarezza e la coerenza». Eppure molti consiglieri del Pd entraranno in Parlamento. Zingaretti, sulla questione, spiega: «I candidati in Parlamento non sono stati scelti da me o da Bersani, ma dai cittadini alle primarie. È un procedimento democratico che non ha nulla a che fare, ad esempio, con quello che sta facendo il Pdl, in cui è il padrone che sceglie e cancella i nomi dei candidati che vengono decisi in conciliaboli segreti». Zingaretti rivendica di «non aver lottizzato il listino ma di aver scelto persone fuori dal partito».

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