La carica dei 150 animali benedetti
Da piazza Vittorio a Villa Borghese la festosa cerimonia in onore di S. Antonio Abate
Ierila Capitale ha festeggiato Sant'Antonio Abate, patrono degli animali. Tante famiglie con bambini a seguito e associazioni in corteo, nonostante la pioggia battente, per l'apertura del «rito» della benedizione degli animali. Una tradizionale quanto curiosa funzione, iniziata puntuale alle 9, con un raduno per mettere a punto i dettagli, e partita con la processione alle 11.40 dalla chiesa di Sant'Eusebio all'Esquilino, che ha attraversato via Napoleone III per riversarsi, poi, nell'area dei giardini Nicola Calipari, in piazza Vittorio. Oltre 400 partecipanti, 150 animali domestici, traffico bloccato in zona e qualche rallentamento ai percorsi delle linee bus. A corredo, un'esposizione di auto d'epoca, un concorso di esibizione cinofila aperto a tutte le razze, un saggio di giovani musicisti, come pure - particolarità nella particolarità - un laboratorio didattico-educativo «dalla pecora al maglione» che è piaciuto molto. Cani, gatti, canarini, romani a cavallo e il sacerdote che con un grande aspersorio ha energicamente spruzzato le bestie impartendo loro la benedizione. Idem a Villa Borghese, in uno scenario ancora più suggestivo. Un corteo con varie specie ha sfilato per omaggiare S. Antonio. La seconda edizione di un'iniziativa - quella in piazza di Siena davanti la Casina di Raffaello - preceduta dalla Messa officiata dal Rettore della Chiesa di S. Maria Immacolata, Monsignor Aleardo Di Giacomo. E, al termine della celebrazione eucaristica, si è consumata la cerimonia della benedizione a mezzogiorno sotto lo sguardo entusiasta e divertito dei romani, con degustazione di prodotti tipici a corollario. Un evento che è storia per la città. Fin dal Medioevo, infatti, il 20 gennaio venivano benedetti gli animali che aiutavano l'uomo nei lavori quotidiani: buoi, cavalli e somari, utili per i lavori nei campi e per il trasporto merci, ma anche animali da cortile, come galline, conigli e via dicendo, destinati alla cucina. La benedizione degli animali, per esorcizzare eventuali «presenze demoniache», nacque proprio perché l'egiziano Antonio, vissuto tra il III e il IV secolo, era stato messo a dura prova dal demonio, che gli si presentava in forma di animale, spesso come porco, tanto che l'iconografia da sempre lo ritrae con un maiale vicino. E così, davanti alla chiesa a lui dedicata, fin dalle prime luci dell'alba, si riunivano in gran numero, come ricorda il Belli, «porchi, somari, pecore e cavalli». Fra le testimonianze scritte giunteci dell'avvenimento ci sono anche quelle di Goethe e di Andersen, mentre la scena della benedizione è stata immortalata persino in una litografia di A.J.B. Thomas del 1823, in un acquerello di Bartolomeo Pinelli del 1831 e in un quadro del danese Wilhelm Mastrand del 1838. Alla cerimonia a Villa Borghese hanno preso parte le aziende agricole di Roma Capitale, con esemplari di capi bestiami allevati nelle stesse imprese, butteri a cavallo, animali del Bioparco, ma pure corazzieri a cavallo, i Lancieri di Montebello e varie associazioni delle diverse protezioni animali. La cittadinanza amante del genere ha accolto a pieno l'invito del delegato alle Politiche agricole di Roma Capitale, Francesco de' Micheli, e del Direttore della U.O. Promozione Agricoltura, Paolo Gramiccia, a partecipare con i propri amici a quattro zampe. Una domenica trascorsa in allegria nel verde come per le strade della città impregnate di tradizione, mandando al diavolo il meteo e la minaccia dietro l'angolo della neve Capitale.