Bongiorno in campo. Pdl ancora no
Del resto sono ore cruciali per la chiusura delle liste alla Camera e al Senato. E a decidere sulle sorti del Lazio sono proprio i nomi che entreranno in lista per il Parlamento. La notizia della candidatura alla presidenza del Lazio di Giulia Bongiorno per il terzo polo dei montiani è infatti stata confermata de relato. Ovvero da Gianfranco Fini che ha annunciato la deputata Fli come capolista al Senato. A rompere le righe, del resto, era stato il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini nel primo pomeriggio: «Alla Regione Lazio abbiamo una candidata ed è Giulia Bongiorno. Credo che avrà un grande successo. È una candidatura di altissimo livello». Giochi fatti dunque per i centristi che dovranno ora completare il sudoku delle candidature alla Pisana. Ancora caos invece in casa Pdl, dove l'attesa ufficializzazione della candidatura di Beatrice Lorenzin alla guida della Regione per il Pdl sarebbe stata frenata dagli ultimi sondaggi. Non a caso, il leader de La Destra Francesco Storace, al momento candidato a governatore e inizialmente indicato da Berlusconi come il nome da sostenere nel Lazio, ha suggerito: «Il Pdl dovrebbe scegliere il suo candidato alle elezioni regionali del Lazio in base ai sondaggi. Come si sceglie un candidato? - ha riflettuto l'ex presidente della Regione - per alcuni attraverso le primarie, che però non si sono fatte nemmeno per Zingaretti. Altri sono scelti dai capi dei partiti: in questo caso il capo del Pdl aveva indicato me, poi l'apparato capitolino ha detto di no e quindi si è rimesso in discussione tutto. A questo punto, non potendosi fare un sorteggio, facciamo i sondaggi per scegliere il candidato più quotato. Non ho la presunzione di considerarmi vincente, ma c'è molto entusiasmo sulla mia ipotesi di candidatura, basta andare su Twitter o su Facebook per rendersene conto». Il sondaggio diffuso ieri da Affaritaliani della società Inifil ha rilevato che il candidato del centrosinistra, Nicola Zingaretti sarebbe in testa con con il 40,8% dei consensi, con Storace però non troppo staccato con il 32% delle intenzioni di voto. Dati sui quali, ieri, ci sarebbe stato anche uno scontro interno al partito. C'è infatti chi inizia a pensare che valga la pena rinunciare a uno o due posti in Parlamento ma giocarsela alla Regione. Una riflessione lungimirante, considerato che dopo appena tre mesi si apriranno le urne per Roma Capitale. La speranza, a questo punto, è che si decida oggi, con le liste parlamentari già formate le tensioni interne al partito dovrebbero calare e fare in modo che alla manifestazione di domani dove la componente dei berlusconiani mosterà i muscoli, sia la prima uscita pubblica del candidato del Lazio per il centrodestra. O almeno del Pdl, considerato che il passo indietro di Storace per evitare l'errore siciliano, non è scontato. In questi giorni di attesa è comunque il leader de La Destra a tenere banco. E forse anche a spaventare. «Tutti i sondaggi vanno rispettati, tuttavia appare singolare che quello che vede Zingaretti sopra Storace di "soli" 8,8 punti (con Storace molto alto, al 32,8%) sia stato realizzato dalla società Unifil appartenente al gruppo Uniholding che tra i suoi vertici annovera il senatore Alberto Filippi, esponente da dicembre 2012 del Gruppo Misto-La Destra. A questo punto, ulteriori commenti sono superflui. Lasciamo che ognuno tragga le proprie conclusioni». È quanto si legge in una nota del comitato Zingaretti. Alla Pisana intanto le acque si agitano dentro e fuori il Pdl. Dopo il benservito della capogruppo Chiara Colosimo, i consiglieri piedillini sono stati "costretti" a nominare un nuovo capogruppo, o meglio a delegarne le funzioni amministrative. La scelta è ricaduta sul vice presidente ancora in carica, ovvero Carlo De Romanis. Il messaggio del gruppo, strigliato indecorosamente dalla presidente uscente, sarebbe quello di non dare un indirizzo politico a favore di una o dell'altra corrente, quanto piuttosto di ratificare le funzioni del vice capogruppo in carica, coinvolto, certamente suo malgrado, nello scandalo delle feste a tema. Alla paura di un'ondata di ritorno di quelle pagine tristi della politica regionale si contrappone tuttavia l'orgoglio di chi, a differenza di quanto detto dalla Colosimo, non ha proprio nulla di cui vergognarsi. Diversi consiglieri sono in attesa di conoscere il proprio futuro. Una risposta che riguarda non solo i consiglieri Pdl, per i quali non ci sarà ricandidatura, ma soprattutto quelli della Lista Polverini. Se Palmieri, Gatti, Paris, Abate, stanno avendo contatti con altre forze politiche, resta indefinito il destino di Gilberto Casciani (13 mila preferenze), vicino ad Alemanno. Preferenze che potrebbero far gola a molti.