Zingaretti: la politica fuori dalle Asl
SuTwitter il candidato governatore del centrosinistra Nicola Zingaretti è netto: «Lo dico subito così chi non vuole votarmi lo sa. Nelle Asl non verranno più fatte nomine politiche, ma saranno scelti i più bravi». «Odio chi seleziona i fedeli a discapito della capacità. Se uno è della mia parte, ma è un incapace, è evidente che non potrà fare parte della squadra. Sui direttori generali delle Asl - aggiunge Zingaretti - io mi impegno a nominarli solo dopo, e questo sarà una rivoluzione, che un'autorità terza ne abbia giudicato i curricula perché a me non interessa se un bravo dirigente ha in tasca la tessera del Pd o Pdl. A me interessa che sia bravo. Se lo è, trovo giusto lavori per la Regione Lazio». Per Zingaretti la priorià è introdurre un nuovo modello sanitario per porre fine agli sprechi e alle truffe, attuando una politica di rigore «senza demagogia». «Abbiamo avuto chi dei conti se n'è fregato e ha lasciato buffi o chi ha fatto valere solo rigore nella contabilità - spiega Zingaretti - Bisogna impegnarsi nel rendere tutto pubblico e avere un controllo quotidiano di quello che avviene dentro la Regione. Il problema non sono le consulenze, se motivate da un curriculum. Il problema non è quello che un ente si avvalga di persone capaci, che hanno competenze o di giovani che studiano. Il problema delle consulenze, sono le regalie o come si dice a Roma, le marchette che si fanno verso degli incapaci solo perché vicini a qualcuno». In campagna elettorale Zingaretti trova il modo di scherzare. «Mio fratello Luca ogni tanto mi telefona, nelle ore più strane perché sta lavorando, e mi chiede se va tutto bene. Fa il fratello maggiore. In questa fase ha assunto molto questa funzione: si preoccupa del fratellino», dice a TgCom24.