Bongiorno «perde» Monti E Meloni scende in campo
«Distratti»dal raggiungere la quadra delle candidature nazionali soltanto ieri si è posto il problema della lista regionale. Italia Futura, ovvero Montezemolo e Monti, si sono opposti alla presentazione del logo comune con i simboli di Udc e Fli. Un diktat tuttavia inaccettabile per un'elezione amministrativa, dove il nome del partito è punto di riferimento territoriale. Le trattative comunque procedono serrate e venerdì, probabilmente, la candidata alla presidenza della Regione Giulia Bongiorno presenterà ufficialmente la campagna elettorale, certamente con scudo crociato e Fli. Da sciogliere il nodo, preoccupante,dei montiani. «L'ipotesi che i rappresentanti di Montezemolo si rifiutino di creare una lista unica con Fli e Udc per l'elezione del consiglio regionale del Lazio conferma le preoccupazioni di quanti, come me - commenta il vicerpesidente della delegazione europea Fli-Udc-Svp, Potito Salatto - hanno ritenuto un grave errore politico non aver dato vita a una lista unica anche alla Camera». Sarebbe un paradosso se davvero i montiani si ritirassero dalla corsa laziale, facendo venire meno la forza del proprio progetto politico, che non può essere soltanto nazionale. Trattative in corso anche a destra. Il sostegno di Storace da parte del Pdl ha infatti notevolmente irritato il neo movimento dei Fratelli d'Italia. Il gruppo che fa riferimento a Giorgia Meloni, Fabio Rampelli, Marco Marsilio, Francesco Lollobrigida, verrebbe infatti fortemente penalizzato dall'apparentamento a Storace. Per questo l'ipotesi che Giorgia Meloni possa candidarsi alla guida della Regione Lazio, e chissà anche come leader nazionale, è tutt'altro che tramontata. Con la Meloni in campo nel Lazio, dove la destra è comunque storicamente più forte, soprattutto il gruppo dei Fratelli d'Italia, il centrodestra potrebbe incorrere in quello spacchettamento suicida, scongiurato per il Pdl con la candidatura di Storace, e facilitato invece a destra con la scelta dell'ex governatore. Una partita questa che potrebbe replicarsi anche a livello nazionale. Centro e destra insomma, due facce della stessa moneta che rischiano una crisi d'identità che potrebbe tradursi in un calo dei consensi. Un rischio questo che tiene aperte tutte le trattative possibili.