Storace accende i motori
Eforse anche un po' di cuore. Dopo giorni di attese, sondaggi e un tam tam che si è concluso solo ieri sera, quando un Tweet del Pdl ha ufficializzato la notizia, il centrodestra ha finalmente il suo candidato unitario alla guida della Regione Lazio: Francesco Storace. L'ex governatore ha i motori già caldi e promette «responsabilità e orgoglio». Una scelta che certamente ha fatto storcere il naso a più di un dirigente pidiellino ceh puntava tutto sulla deputata Beatrice Lorenzin. Del resto, una personalità forte come quella di Storace può creare «turbolenze» non indifferenti all'interno del Pdl e soprattutto degli ex An, già divisi con i Fratelli d'Italia. Non a caso proprio in questi giorni diversi consiglieri municipali eletti nel Pdl hanno già indossato la maglia de La Destra. Nonostante i mal di pancia però ha prevalso il gioco di squadra, ovvero puntare sul candidato più forte per una partita altrimenti difficilissima. Il resto, si vedrà ad urne chiuse. Il primo nodo adesso è quello della sentenza del Tar sul numero dei consiglieri. L'udienza straordinaria per discutere la questione legata alla riduzione da 70 a 50 dei consiglieri regionali da eleggere, come fissato dal decreto del presidente Renata Polverini, è prevista per oggi. Come accade purtroppo da anni in tutte le fasi cruciali della vita politica del Lazio, saranno i magistrati a determinare la campagna elettorale. Qualora i giudici dovessero accogliere i due ricorsi presentati per mantenere a 70 il numero dei consiglieri, le elezioni per la Regione Lazio si dovranno spostare. La raccolta firme per le candidature si chiude infatti domenica 20. Simboli e liste per i candidati presidenti e i 50 consiglieri vanno infatti presentate lunedì. Tornare a 70 consiglieri significherebbe dar vita a una nuova raccolta firme e dunque "ricominciare" da capo, con 15 giorni di tempo prima dei 30 concessi per la campagna elettorale. In altre parole il rischio è che si vada comunque ad election day ma con il Campidoglio a fine primavera. Attesa dunque prima di tagliare il nastro della corsa elettorale per la Pisana. La «guerra lampo» dei candidati presidenti potrebbe trasformarsi in una lunga, logorante campagna elettorale nella quale rivedere praticamente tutto. Ma se questo è uno scenario da valutare a sentenza emessa, certamente il rapporto tra La destra e Campidoglio andrà rivisto in tempi brevi. Alemanno, che avrebbe preferito una candidatura diversa da quella di Storace, non potrà non valutare l'alleanza con La Destra anche per le elezioni capitoline. E con almeno un paio di assessori già pronti per la Pisana, il sindaco potrebbe persino giocarsi la carta del rimpasto di giunta. Discorso prematuro, forse, ma necessario. Il centrodestra può farcela solo se unito, alla Regione così come in Campidoglio.