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«Siti laziali insufficienti, capacità inferiore a quella stimata dal decreto» L'ufficio del commissario critica ancora le scelte del ministro Clini

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Amministrazionie imprese che dovrebbero accogliere e trattare i rifiuti della Capitale ed evitare così l'emergenza l'avevano anticipato dopo l'incontro convocato al ministero dell'Ambiente, e l'hanno ufficializzato per iscritto ieri, data che il commissario Sottile aveva fissato come scadenza per una prima ricognizione degli impianti del Lazio, Tmb e di compostaggio, e delle volumetrie ancora disponibili. Le risposte non sarebbero confortanti, anzi metterebbero in discussione le stesse fondamenta del decreto salva-Roma proposto dal ministro all'Ambiente, partendo dai numeri. Escluse le quattro linee romane di Malagrotta (Cerroni), Rocca Cencia e via Salaria (Ama): funzionano già al massimo delle potenzialità - hanno comunicato i gestori - si potrebbe ipotizzare un incremento del 10% ma non certo nel breve periodo. Stesso discorso per Latina, dove si potrebbe intervenire solo in caso di ulteriori autorizzazioni da parte della regione. Nessuna stima confermata, poi, dalla Saf di Frosinone, che riferendosi all'impianto di Colfelice aveva comunque smentito la possibilità di poter trattare quantità superiori a quelle attuali. Le uniche aperture, aggiornano dall'ufficio di Sottile, arriverebbero da Albano e Viterbo, con i dovuti «aggiustamenti» al ribasso delle volumetrie da lavorare. Il dato certo, a pochi giorni dalla presentazione del decreto del ministro dell'Ambiente che ha portato, almeno a parole, all'esclusione della discarica provvisoria di Monti dell'Ortaccio dal novero delle alternative, è che le potenzialità disponibili nei vari siti della regione siano nettamente inferiori a quelle stimate nel decreto. Anche perché, fanno notare gli operatori, quei numeri risalgono al 2010, e da allora gli equilibri tra autorizzazione regionale e tonnellate residue sono cambiati. Partendo dalla situazione romana, come ribadito da Ama e Colari, i quattro impianti – due a Malagrotta, Rocca Cencia e Salaria – funzionerebbero già a regime, e quindi la disponibilità ipotizzata dal ministro (circa 300mila tonnellate annue a Malagrotta, quasi 200mila negli impianti Ama) non corrisponderebbe ai fatti. Per quanto riguarda Ama, si potrebbe pensare a un potenziamento delle linee del 10%, previa autorizzazione regionale, in ogni caso non sarebbe fattibile nel quadro del cronoprogramma, serrato, imposto dal ministro. Non ci sarebbero margini, a meno che non si intervenga con ulteriori provvedimenti regionali, neanche a Latina, che rientra nella lista dei papabili coi Tmb di Castelforte e Aprilia e i siti di compostaggio di Borgo Montello e Cisterna: come ha spiegato il presidente della Provincia Armando Cusani «abbiamo una dettagliata relazione tecnica che lo conferma». I tecnici del commissario non hanno ricevuto risposta, ancora, dalla Sea di Frosinone per il Tmb di Colfelice: dovrebbe contare, sempre secondo il prospetto di Clini, oltre 139mila tonnellate residue, ma il presidente della società non la pensa così, lavorerebbe già praticamente al massimo. Restando su Frosinone, non sarebbe neppure ancora pronto l'altro impianto attenzionato, di Paliano. Cosa rimane? Per quanto riguarda i Tmb già operativi Viterbo, forse, che all'ufficio di Sottile avrebbe comunicato qualche margine di manovra pur precisando l'assoluta indisponibilità a ospitare i rifiuti in discarica dopo il trattamento, e Albano Laziale, gestito dalla Pontina Ambiente, autorizzato dalla regione a lavorare 183mila tonnellate. Entro mercoledì, trascorsi 8 giorni dalla pubblicazione del decreto Clini, il commissario Sottile dovrà individuare i siti su cui puntare, a tal fine non si escludono anzi sopralluoghi, nei prossimi giorni, nelle varie province del Lazio. Scadenze stringenti perché il 25 gennaio si dovrebbero attivare i flussi: decorso questo termine, in caso di esito negativo della ricognizione, interverrà Sottile, eventualmente commissariando l'intero iter entro i 30 giorni successivi.

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