Barelle in strada Paralisi a Monteverde
Una tranquilla mattina di paura si è consumata ieri a Monteverde all'altezza dell'incrocio strategico tra Via Ramazzini e Via Valtellina. Una quarantina di dipendenti del San Raffaele Portuense hanno bloccato il traffico veicolare inscenando un sit in contro la preannunciata chiusura di alcune strutture del Gruppo nella Regione Lazio. Per impedire la circolazione di autobus e mezzi privati hanno chiuso l'area con inferriate, transenne carrozzine per disabili e perfino delle lettighe. In breve tempo si sono create file chilometriche nei differenti sensi di marcia. È stato l'inferno. Sugli autobus (nell'area gravitano le linee 44-228-710-719-773-786) incolonnati senza alcuna speranza di poter avanzare gente inferocita che doveva ragiungere i posti di lavoro, anziani che si stavano recando all'ospedale per fare delle visite e parecchi studenti collegati via cellulare con le mamme: «Arrivo tardi a scuola!». Qualche automobilista esasperato è andato a parlare direttamente con i manifestanti: «Aprite un varco, per favore! È un'ora che stiamo fermi. Ci dispiace che rischiate il posto di lavoro ma così rischiamo di perderlo pure noi». La protesta è partita intorno alle 8.30 e si è protratta per tutta la mattinata. I dipendenti del San Raffaele che durante il sit in hanno urlato slogan e frasi pesanti contro il commissario straordinario Bondi a suon di coperchi e pentole battute incessantemente, hanno invece concesso il passaggio solo a due mezzi del Vigile del Fuoco e a un'ambulanza. Sul posto anche tre Carabinieri e poi, a manifestazione già in fieri, la polizia municipale. Per evitare l'apocalisse, a un certo punto, le linee autobus sono state deviate su percorsi alternativi. Come se non bastasse, mentre l'area di via Ramazzini si trasformava in un groviglio di lamiere e la protesta montava sempre più, un vero e proprio dramma si consumava all'interno della struttura sanitaria del San Raffaele Portuense. Un dipendente è salito sul tetto della clinica e dopo essersi fatti dei tagli ad un braccio, ha minacciato di lanciarsi nel vuoto perchè da settembre è senza stipendio e non può più pagare l'affitto di casa nè affrontare le spese quotidiane. A raccontarlo il segretario dell'Ugl Sanità Roma Antonio Cuozzo e la responsabile Ugl Sanità San Raffaele Portuense Simona Rossi (l'uomo è un loro iscritto). «Fortunatamente, dopo essere stato medicato e tranquillizzato dai colleghi e dalla nostra Rsa e dopo aver parlato con i vertici aziendali, ha deciso di scendere» spiegano. Della questione del San Raffaele e degli altri ospedali in agitazione e a rischio chiusura hanno parlato ieri pomeriggio durante l'incontro in Campidoglio a cui hanno partecipato il sindaco Alemanno e molti esponenti della sanità di Roma e del Lazio. «Rischiamo di fare di Roma una nuova Ilva perchè se mettiamo sul lastrico i dipendenti della sanità romana la città potrebbe scoppiare. Dal commissario della Regione Lazio sono stati compiuti atti illegittimi perché non concordati con le parti sociali e sindacali» ha detto il senatore Domenico Gramazio, vicepresidente della Commissione igiene e sanità. Intanto domani c'è l'incontro di Alemanno con il commissario Bondi. «Ci presenteremo con una vera e propria piattaforma territoriale, che deve diventare ineludibile, aprendo un ragionamento su Roma. Se le risposte non arriveranno andremo a manifestare anche noi con la fascia tricolore».