Pronto ad affrontare le elezioni a testa alta
Invecesi cerca in questo avvio di campagna elettorale di fare d'ogni erba un fascio, senza rispetto della verità. Vorrei dire che la mia onorabilità non può essere messa in discussione da una contestazione contabile, ancora in corso di valutazione definitiva, sull'adeguatezza del trattamento economico-contrattuale a suo tempo corrisposto al direttore generale dell'Agenzia di Sanità Pubblica del Lazio. La vicenda risale agli anni 2006-2009. Intanto la Corte dei Conti, nella sentenza che mi riguarda, ha comunque escluso il dolo. Ciò significa null'altro che questo: firmando come Presidente il suddetto contratto di lavoro avrei commesso un errore di negligenza, in forza del quale scatta la responsabilità per danno erariale. Uso non a caso il condizionale perché, avendo fatto ricorso in Appello, credo vi siano ampi margini per convincere i giudici contabili della correttezza della mia condotta, stante anche l'opinabilità e complessità delle norme giuridiche inerenti la materia. Certo, amareggia constatare che vent'anni di legislazione sull'autonomia e la responsabilità degli apparati amministrativi, nonché sui controlli all'interno dei meccanismi di funzionamento della pubblica amministrazione, portino a rilevare quanto sia ancora fragile l'impianto normativo e organizzativo. Mi domando a cosa servano gli organi e gli uffici interni che dovrebbero vigilare, se non «intercettano» preventivamente eventuali imperfezioni dei rapporti contrattuali da instaurare. Indubbiamente, la disciplina dell'impiego pubblico, specie per l'alta dirigenza, è molto complessa. In ogni caso, se qualcuno avesse colto l'errore - posto che sia tale - e mi avesse informato a tempo debito, non avrei tardato a predisporre gli atti necessari e conseguenti. C'è da dubitarne? Questo è ciò che la pubblica opinione deve sapere. Pertanto rivendico fino in fondo l'onestà delle mie azioni e deploro, semmai, l'arbitrio di polemiche a sfondo denigratorio. Ho agito sempre con lo scrupolo del buon amministratore, convinto soprattutto che la politica sia servizio e non strumento di potere personale. Sono dunque pronto ad affrontare la battaglia elettorale a testa alta e in piena serenità di coscienza. * Senatore Portavoce del Movimento dei «Democratici Popolari con Monti»