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Monti dell'Ortaccio

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Svolta del ministro Clini vara il decreto «Salva Roma» Stop al sito. Rifiuti in tutto il Lazio

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Cisono, però, già perplessità sui dati di partenza, quelle potenzialità residue dei vari impianti - che per qualcuno andrebbero ridimensionate - su cui si basa anche l'impianto dell'intero decreto, che punta all'autosufficienza regionale: «I dati in nostro possesso - ha chiarito anche questo aspetto Clini - sono quelli ufficiali della regione: se dovesse emergere che non corrispondono a verità significa che qualcuno ha fornito indicazioni false, quindi procederò immediatamente per falso e danno». E Monti dell'Ortaccio? Sito accantonato, per ora: «A seconda dei risultati che otterremo nei prossimi 60 giorni, valuteremo la scelta di una discarica che dovrà essere solo di servizio per il residuale non riciclabile comunque trattato, è un problema a valle di tutte le altre iniziative: se utilizziamo subito la capacità residua di trattamento, 930mila tonnellate di rifiuti nei vari impianti di tmb della regione, e 850mila tonnellate entro un anno per quelli in corso di autorizzazione, non avremo più bisogno di una discarica grande, inoltre portando la differenziata di Roma al 40% raggiungeremo circa 900mila tonnellate l'anno, di cui 300mila trattate da riportare in discarica, in tre mesi possiamo sapere cosa ci serve e scegliere un sito in un impianto già esistente». Il decreto, secondo la sintesi di Clini, si concentra su differenziata e riciclo, recupero energetico, pieno utilizzo degli impianti di tmb del Lazio e conferimento in discarica del solo trattato, a partire da Malagrotta «prorogata per 100 giorni dal prefetto Sottile, per me potrebbero bastarne 60, anche perché sarà inutile nel momento in cui verranno raggiunti gli obiettivi di differenziata». Sul primo punto, riferito alla città di Roma, «dovrà essere pienamente operativo il piano per la differenziata sottoscritto da Ama e Conai a giugno». Per quanto riguarda gli impianti, il ministero ha stilato un report che mette assieme tre tipologie, ovvero i tmb con capacità residuali già autorizzate dalla regione Lazio (Aprilia e Castelforte in provincia di Latina, Colfelice e Paliano a Frosinone, Albano, quello di Viterbo e infine le quattro linee romane, Salaria, Rocca Cencia e Malagrotta, per un totale di circa 930mila tonnellate annue), gli impianti di compostaggio in corso di autorizzazione (a Gavignano, Gallicano, Maccarese a Fiumicino e ad Aprilia, che insieme assicurerebbero un trattamento di almeno 205mila tonnellate annue), concludono la ricognizione i tmb previsti dal piano rifiuti regionale ed anch'essi in attesa del via libera (due a Borgo Montelio in provincia di Latina, un altro a Cisterna di Latina, poi Pomezia, Rieti e Colle Fagiolara a Colleferro, complessivamente 639mila tonnellate). La tempistica è stringente. Il prefetto Sottile, ri-nominato commissario per i prossimi sei mesi salvo proroghe, entro 8 giorni individuerà gli impianti di trattamento con una capacità residua già autorizzata diffidando autorità, ed imprese titolari, a trattarvi i rifiuti urbani prodotti da Roma, Fiumicino, Ciampino e Città del Vaticano a partire dal 25 gennaio. Entro 15 giorni, poi, si dovrà provvedere alla chiusura dei vari iter autorizzativi bloccati in Regione Lazo e alla messa a regime del piano Ama-Conai, stessa scadenza per il recupero energetico. Decorsi questi termini, ed entro 30 giorni, qualora non si fossero fatti passi in avanti, interverrà il prefetto, si tratti di istituzioni o imprese, il quale si sostituirà ai vari soggetti a quel punto considerati «inadempienti». Scartata l'ipotesi di un trasferimento dei rifiuti all'estero, nel decreto si include comunque la possibilità «in caso di rilevata insufficienza della capacità impiantistica di smaltire i rifiuti urbani al di fuori del territorio regionale». Uscendo dalla riunione, il presidente della provincia di Frosinone, Antonello Iannarilli, dice «che è tutta una vergogna: hanno fatto la somma delle capacità degli impianti del Lazio e, in provincia di Frosinone, dovrà arrivare il 30% dei rifiuti di Roma: ho già contattato tutti i sindaci, non possiamo accettarlo». Positivi, invece, i commenti di Alemanno e Polverini, accusati di «scaricabarile» dall'ex presidente della Provincia Zingaretti: «Il commissario deve fare quello che non ha fatto la Provincia - ha ribadito il sindaco di Roma - cioè scegliere tra i diversi siti della provincia compresi quelli di Roma: oggi ho comunque certificato che negli ultimi 15 giorni di dicembre abbiamo raggiunto un 30% di differenziata quotidiana». Per la Polverini «si mette in moto un meccanismo che potrebbe portare alla chiusura definitiva dell'emergenza». Congelata, per ora, la procedura d'infrazione minacciata dall'Europa.

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