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Passo indietro su Storace ilCav: «Stiamo valutando»

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La «guerra» tra consiglieri uscenti e aspiranti è già scoppiata

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Tipicodelle vigilie sulle decisioni importanti. «Appoggiare Storace presidente nel Lazio? Stiamo ancora vedendo, c'è purtroppo una carenza e soffriamo della mancanza di un protagonista convincente», ha frenato ieri il Cav. Puntualizza anche il sindaco Alemanno: «Non ci sono veti ma la necessità di concordare insieme, senza fughe in avanti, la candidatura che rappresenti tutto il centrodestra e quindi la migliore per vincere. Sono in atto alcuni incontri a cui io non sto partecipando perché sto sul territorio. Non appena ci sarà un confronto allargato con La Destra di Storace, il Pdl e le altre componenti dello schieramento, ci sarà l'indicazione ufficiale». Sintetizza l'impasse lo stesso Storace: «Nel Pdl c'è mal di seggi. Senza seggi non vivono e hanno il terrore di una nostra affermazione con una candidatura che temono più di Zingaretti. In più, rischiano di perdere ogni credibilità col loro beniamino Mario Monti, con cui evidentemente continuano a trattare mentre temono di essere fatti fuori da Berlusconi. Noi ragioneremo in attesa di una nuova proposta che valuteremo se definitiva, perché non vogliamo assumerci la responsabilità di una rottura modello siciliano per favorire la vittoria del candidato inadeguato della sinistra». Tra vertice e base del Pdl tuttavia ci sono fratture. C'è chi spinge per Storace ad esempio e chi inizia a non soffrire più l'incertezza del partito non solo sul candidato presidente ma anche (o soprattutto) sui candidati consiglieri: fattori forse sottovalutati dal Pdl. I consiglieri uscenti alla Pisana proprio non ci stanno alla decisione del comitato dei saggi di non ricandidarli, a maggior ragione che uno dei componenti più autorevoli, Franco Frattini ha di fatto lasciato il partito. O si cambia rotta oppure alcuni degli uscenti daranno l'addio al partito aderendo alla Lista Monti o a La Destra o a Fratelli d'Italia. Un nodo difficile da sciogliere e al quale se ne aggiunge un altro se possibile ancora più complesso. I «mancati» consiglieri del 2010, ovvero chi è rimasto fuori dalla Pisana per la mancata presentazione delle liste, scalpita per riprendere una corsa bruscamente interrotta. Sono troppi però. Tra gli assessori della giunta Polverini in campo e chi è rimasto fuori dalla tornata precedente potrebbe scoppiare una «guerra tra poveri». Per questo c'è chi pensa a un regolamento ad hoc che preveda candidature «a coppia», o di tenere fuori chi ricopre ruoli nelle aziende della Regione. Rispetto a queste problematiche il candidato alla presidenza è a questo punto per il Pdl un dettaglio quasi marginale. Il rischio serio è ora di chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati. Intanto si avvicina il 10 gennaio, data in cui è attesa la sentenza del Tar sul numero dei consiglieri. La Polverini lo ha ridotto a 50, i ricorrenti lo vogliono a 70. Molto sta in quei 20 consiglieri di differenza.

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