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L'ultimatum dei mille su Monti dell'Ortaccio

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Corteo a Valle Galeria: stufi delle promesse «Retromarcia li puniremo nelle urne»

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Ilriferimento è all'incontro convocato per domani alle 15 dal ministro Clini, occasione in cui quest'ultimo presenterà a istituzioni e imprese del Lazio il decreto che dovrebbe escludere l'allestimento di Monti dell'Ortaccio e puntare, invece, su potenziamento della raccolta differenziata e pieno utilizzo di tutti gli impianti, già operativi oppure bloccati prima della conclusione dell'iter autorizzativo, presenti sul territorio regionale. È l'ultima possibilità, avvertono anche Alemanno i comitati anti-discarica, «di dimostrarci che tutte le dichiarazioni fatte non resteranno solo parole, come sempre è successo in questi anni». Si sono presentati in circa un migliaio, ieri mattina, nel piazzale davanti via di Ponte Malnome, nei pressi dello stabilimento dei rifiuti ospedalieri dell'Ama, pacifici ma convinti delle loro ragioni, per ribadire un secco «no» alle ultime decisioni di Sottile, ovvero proroga di Malagrotta (cento giorni anche per il «tal quale») e via libera a Monti dell'Ortaccio, ed ascoltare Alemanno, che per oltre due ore si è sentito ripetere i problemi di sempre: presenza di una falda, eccessiva vicinanza ai primi nuclei abitati e all'aeroporto di Fiumicino, il terreno permeabile, e la lista potrebbe continuare. Tanta politica, oltre ad Alemanno c'erano altri consiglieri del Pdl, i Verdi, Sel, Fratelli d'Italia, e poi Legambiente e rappresentanti di altri territori già finiti, in passato, nel totodiscarica, come Riano. In prima fila Rodolfo Warcok, che il primo giorno dell'anno si era legato al traliccio al centro dell'invaso di Monti dell'Ortaccio: «Porterò Alemanno a visitare casa mia, la più vicina agli scavi, e comunque confermo che sono pronto ad altre azioni di qualunque tipo, tutto pur di salvaguardare la salute dei miei nipoti». Salute, che è anche la ragione per cui si battono Pietro e Paola Pisu, padre e figlia, «insieme alla manifestazione a significare da quante generazioni va avanti questa storia – incalza Pietro – ora qui c'è anche mia nipote, dovremo veder anche lei fare le barricate quando crescerà?». Paola, biologa, ha invece scritto ad Alemanno, nei mesi scorsi, senza però ricevere risposta: ora non riesce a capire «perché appoggia questa seconda nomina del commissario Sottile quando siamo qui a protestare proprio a causa delle sue scelte?». In corteo c'era anche Roberta Angelilli (Pdl), vicepresidente del Parlamento Ue, tra i membri della Commissione petizioni del Pe che, non più tardi di due mesi fa, aveva bocciato in toto l'intera gestione dei rifiuti nella Capitale. Visione che non è cambiata, come emerge dall'ultima bozza che sarà portata all'attenzione della Commissione europea, che giudica «la situazione del Lazio profondamente critica e vergognose le divergenze tra provincia e regione, nonostante gli sforzi del ministero dell'Ambiente è chiaro che la figura del commissario è risultata insufficiente a risolvere i problemi e anzi controproducente, mentre i cittadini sono stati totalmente esclusi dal processo decisionale». Dietro l'angolo, del resto, c'è la prospettiva di un'ulteriore multa europea, si parlerebbe di circa 180 milioni l'anno. La dà quasi per scontata la presidente della stessa commissione Erminia Mazzoni (Pdl): «La commissione conferma la violazione della legislazione comunitaria per l'impianto di Malagrotta e denuncia la gravità della decisione di prorogarne l'uso nonché di aprire nelle immediate vicinanze il sito temporaneo di Monti dell'Ortaccio», mentre le ultime scelte di Sottile aggraverebbero ancor più il quadro: «Il rinnovo della gestione commissariale con l'ampliamento dei poteri, disposto per decreto, pone l'Italia sempre più fuori dal contesto europeo». L'attesa, ora, è tutta rivolta al decreto che Clini presenterà domani, e che «prevede solo in caso di necessità – ha scritto il ministro – e nei limiti quantitativi risultanti dall'attuazione delle misure da adottare, la possibilità di individuare aree idonee alla localizzazione di discariche per i rifiuti urbani».

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