I circoli Pd della provincia disertano le primarie
Questesono le parole iniziali di un volantino, firmato dalla maggioranza del direttivo del circolo Pd di Fiano, diffuso nella giornata di ieri nella città alle porte della Capitale. I cittadini non credevano ai propri occhi, hanno pensato in un primo momento che si trattasse di uno scherzo, poi leggendo le parole successive si sono resi conto che non era una «montatura». La maggioranza del direttivo fianese, dunque, ha espresso in modo chiaro e inequivocabile che non parteciperà alle primarie del partito, previste per la giornata di oggi, nella quale il popolo dei democratici dovranno scegliere i propri Parlamentari. Si tratta di una clamorosa ed inaspettata protesta proprio nell'ultima roccaforte «rossa» della provincia di Roma, che in questi anni è divenuta una vera e propria passerella per gli esponenti nazionali del Pd e che si è sempre distinta per i consensi ottenuti. Nei mesi scorsi 17 circoli del Partito democratico dell'area Tiberina, Flaminia e Cassia avevano già messo le mani avanti. Infatti dopo lo scandalo che ha coinvolto la Regione Lazio, avevano chiesto al segretario nazionale Bersani e al segretario regionale Lazio Enrico Gasbarra, «la non candidatura dei consiglieri uscenti del Lazio, a nessuna carica politica o amministrativa, per non aver adempiuto in modo coerente a quanto previsto nel Codice Etico...». Ha dichiarato ufficialmente che diserterà il voto di oggi anche il sindaco di Fiano Ottorino Ferilli, uno dei sostenitori delle Primarie. «La nostra richiesta è rimasta letteralmente inascoltata - ha commentato il segretario locale Fatima Masucci - i dirigenti del partito devono utilizzare anche il codice etico per la selezione dei candidati, altrimenti il potere rimarrà in mano di pochi». Non andrà a votare anche l'ex dirigente del Pci Giuliano Ferilli, padre di Sabrina. «Lo scandalo avvenuto nella nostra regione ha messo in evidenza una gestione politica anomala. Lo stesso Bersani disse a suo tempo che i consiglieri laziali del Pd avrebbero dovuto girare il tavolo, invece sono stati promossi e candidati al Parlamento – continua - così al posto di D'Alema e Veltroni, politici che tutti ci invidiano, entreranno personaggi senza meriti che hanno solo la copertura di organizzarsi un voto personale». Insomma lo scontento è tangibile e qualcuno sostiene che la protesta «del non voto» coinvolgerà anche gli elettori dei comuni limitrofi e si estenderà probabilmente anche alla tornata elettorale di febbraio prossimo. Parola alle urne. Giovanni Cavallini OREDROB:#CAVGIO@%@