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«Contro la crisi si torni all'antico Saldi posticipati»

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Questisaldi 2013 - dichiara in una nota Valter Giammaria, Presidente della Confesercenti di Roma e del Lazio - cadono in un momento di estrema difficoltà del settore abbigliamento e calzature. Da una nostra recente indagine emergono dati preoccupanti e che da tempo denunciamo, infatti emerge un calo del 32% dei redditi d'impresa montato nell'arco di 5 anni e a rischio di sprofondare sempre più. La fotografia che appare - continua Giammaria - è quella di un settore allo stremo. Per il 75% degli intervistati, infatti, il 2012 è stato un anno orribile e ciò significa che se, come sembra, la stessa situazione si ripetesse nel corso del 2013, molti commercianti non andrebbero più avanti. Negli ultimi 3 anni, di fatto, sono state circa 40 mila le imprese italiane del settore costrette a cessare l'attività (circa 4000 a Roma e nel Lazio)». «C'è necessità di una decisa inversione di tendenza - sottolinea Giammaria - bisogna dare fiato alle famiglie e alle imprese. A dimostrazione delle sofferenze del settore bisogna considerare che, dal 2008 al 2012, le quote di spesa dedicata dalle famiglie di Roma e del Lazio all'abbigliamento e alle calzature si è ridotta quasi del 20%. Davanti a questo gli operatori, come viene confermato dalla nostra indagine, non stanno a guardare infatti: il 40% è intervenuto sui prezzi, il 33% è più prudente negli acquisti e diversifica le proprie offerte, il 17% effettua vendite straordinarie, mentre il 10% cambia fornitori e cerca di ridurre i costi generali. Le vendite di fine stagione o saldi - precisa Alberta Parissi, FISMO ( Federazione Italiana Settore Moda) Confesercenti - rappresentano per il nostro settore circa il 35% del fatturato e per questo riteniamo che ad esse debba essere ridato il loro originario significato. Averne di continuo anticipato la data di inizio ha di fatto completamente snaturato questo tipo di vendita speciale a danno sia delle piccole e medie imprese del dettaglio che conseguentemente del consumatore determinando una confusione totale sulle varie forme di vendite straordinarie. I saldi debbono tornare ad essere delle reali vendite di fine stagione da effettuarsi nei periodi originariamente previsti, posticipandone, quindi, l'attuale data di avvio». «Ogni volta - prosegue Valter Giammaria - con cadenza ciclica c'è qualcuno che sostiene che per smuovere i consumi è necessario provvedere a anticipare, liberalizzare o fare chissà che altro per i saldi. Questo è stato dimostrato non rispondente a verità da un dato incontrovertibile come quello del calo dei consumi che stiamo subendo nelle vendite anche in presenza di sconti e che ha avuto ulteriore riprova nelle ultime festività natalizie. Per questo con il mese di gennaio continueremo con la campagna "Libera la Domenica" per la raccolta di firme per la proposta di Legge popolare che riporti la competenza di orari e aperture del settore alle Regioni. I saldi - conclude Giammaria - debbono tornare ad essere un evento per la promozione del territorio oltreché un occasione vantaggiosa di acquisto per i consumatori».

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