Ok a Monti dell'Ortaccio Proroga per Malagrotta
Siconclude nel modo peggiore, per i residenti della Valle Galeria che da mesi si oppongono al sito allestito nel XV Municipio da Manlio Cerroni, il mandato del commissario Sottile, che con ogni probabilità continuerà a gestire l'emergenza anche dopo il 31 dicembre con l'entrata in vigore dell'emendamento, inserito nella legge di stabilità, che prevede il conferimento dei «superpoteri» al prefetto, attualmente delegato alla sola scelta della discarica provvisoria. Sottile, ieri, ha firmato due distinti provvedimenti. Anzitutto la proroga per Malagrotta «al fine – ha spiegato in una nota - del conferimento del rifiuto intrattato per cento giorni e del rifiuto trattato per centottanta». Quindi, nonostante le perplessità sollevate dal ministro all'Ambiente Clini e soprattutto dall'Ue, che ha già annunciato il rischio di ulteriori procedure d'infrazione, a Malagrotta continueranno a finire i rifiuti indifferenziati. Si è così formalizzata l'unica alternativa possibile: dopo che la prima consultazione dell'Ama per trasferire l'eccedente da trattare all'estero non ha riscontrato l'interesse dei cinque gruppi cui era stato rivolto l'invito, resta in piedi la gara europea (69 milioni di euro per 18 mesi) ma i tempi sono lunghi. Quindi Sottile ha girato la clessidra anche per Monti dell'Ortaccio, rilasciando «l'autorizzazione integrata ambientale per 36 mesi», e qui «potranno essere abbancati solo rifiuti trattati dopo la presentazione di un modello idrogeologico redatto da un'università o da un ente pubblico dal quale risulti l'assenza del pericolo di inquinamento della falda». Con la scelta, si alza, ancora, il coro dei «no». Comune e Regione, nel dirsi contrari a Monti dell'Ortaccio, scaricano su Zingaretti: «La proroga di Malagrotta - dice Polverini - è il risultato della politica dei veti, a cominciare da quella della Provincia, che ha impedito all'allora commissario Pecoraro di portare avanti un progetto valido senza indicare siti definitivi alternativi». D'accordo Alemanno, che chiede a Sottile di «sospendere la decisione in attesa di acquisire i nuovi poteri previsti nel decreto sviluppo, con cui potrà scegliere in ambito regionale l'individuazione dei siti provvisorio e definitivo». Sul come smaltire le 1.100 tonnellate prodotte ogni giorno nella capitale non destinate ai quattro Tmb torna in ballo l'impianto di separazione e tritovagliatura dei rifiuti vicino a Malagrotta: «La scelta di prorogare Malagrotta – chiude Alemanno - è sufficiente a far entrare in funzione i nuovi metodi di trattamento». B:#DELERI@%@