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Una giornata particolare quella di ieri per Cotral spa.

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UnPiano che si presenta un po' come una roulette russa. La pistola è carica con un colpo solo: o la va o la spacca. Molto ruota intorno alla cessione da parte della Regione della gestione delle linee ferroviarie, richiesta da Cotral e consentita dal contratto in house, e dall'istituzione di un'agenzia regionale della mobilità, una cabina di regia in grado di gestire l'intera rete del trasporto pubblico, anche della Capitale. L'azienda del trasporto pubblico regionale si trova così di fronte a un bivio, o si applica con rigore quanto previsto dalla normativa e dal piano industriale in termini di spesa e di investimento, oppure si potrebbe andare tutti a casa. Un aspetto questo da considerare in virtù dell'ultimo tentativo di preparare un pacchetto "politico" di assunzioni, al momento scongiurato ma non del tutto svanito. Un mondo complesso quello del trasporto pubblico che l'amministratore delegato di Cotral spa e Cotral Patrimonio, Vincenzo Surace, sente di descrivere, per la prima volta da quando, 18 mesi fa, ha preso il timone tecnico dell'azienda in qualità di amministratore delegato. Dottor Surace, lei si definisce tecnico, da 30 anni lavora nel settore dei trasporti, eppure tutti, da sempre, hanno considerato la sua una nomina politica in quota Polverini. «Ho conosciuto la presidente Polverini soltanto nel momento in cui sono stato chiamato, dopo un'apposita selezione. Il mio lavoro infatti è quello di ristrutturare le aziende, soprattutto nel settore trasporti. Ho lavorato a Milano, in Umbria, in Emilia Romagna. Sono molto grato alla Polverini e a tutto il suo staff per aver avuto il coraggio di puntare su una persona che non conosceva». Come definisce questa esperienza laziale? «Professionalmente una bella sfida senza dubbio, sono rimasto sorpreso, diciamo, dall'approccio molto politico della gestione aziendale. Quando sono arrivato ho trovato un debito con l'Inps e l'erario di circa 45 milioni e verso terzi di 50 milioni, con un incremento del gasolio che ammonta a tutt'oggi a 30 milioni di euro. Adesso chiudiamo il bilancio con un deficit di 9 milioni, quando negli anni passati la media era di almeno 20. Abbiamo effettuato tagli sulla spesa per 30 milioni di euro, in un momento di grave difficoltà e in cui, tengo a ricordare Cotral deve avere 40 milioni dalla Regione e altrettanti da Atac. Anche sul piano dei fornitori abbiamo chiarito insieme all'assessore Malcotti e i pagamenti sono stati effettuati. Nel piano industriale contiamo di arrivare al pareggio di bilancio già nel 2014. Penso sia stato fatto un grande lavoro in un momento di crisi, senza ricorrere agli ammortizzatori sociali e soprattutto per resistere al vento delle privatizzazioni». Il contratto in house in questo senso ha salvato sia voi sia l'Atac, ma quali prospettive per il futuro? «Anzitutto tornare a investire, noi lo abbiamo fatto con l'acquisto di 600 nuovi autobus, che arriveranno entro febbraio, e poi guardare oltre a ciò che il contratto in house ci consente di fare, penso ad esempio al sevizio ferroviario». Ma le ferrovie regionali attualmente sono gestite da Trenitalia, la Regione può affidarle a voi? «Il contratto è in regime di proroga e noi abbiamo chiesto alla Regione di ottenere la gestione delle ferrovie, così come in futuro si potrà pensare alla gestione di Laziomar. Questo consentirebbe non solo la valorizzazione immobiliare di Cotral ma soprattutto mettere in rete l'intero sistema di trasporto della Regione». Siamo a fine (anticipata) della legislatura, le assunzioni facili sono state, da tempo, uno dei leit motiv delle aziende, non solo regionali. Le risulta anche in Cotral? «Ho presentato io stesso due denunce alla magistratura su concorsi poco chiari e penso che questo, come altro, abbia dato un po' fastidio alla politica. In Cotral si sono assunti anche autisti senza patente con un aumento dei premi assicurativi del 50%. Abbiamo cercato di prendere una strada diversa. Forse la nostra virata è stata un po' troppo violenta. La politica si è spesso opposta a scelte obbligate dalla normativa. Tuttavia siamo riusciti a risalire su un carro che stava sbandando, spetterà poi al prossimo governatore seguire la rotta». Quindi Cotral si salverà? «Ha tutte le carte in regola non solo per salvarsi ma per un grande rilancio. Il problema di Cotral, che chiude l'anno con un deficit di 9 milioni a fronte di 80 di crediti, è squisitamente gestionale». Il suo futuro? «Sono a disposizione dei soci. Sono stato chiamato a svolgere un lavoro e credo di averlo fatto nel miglior modo possibile ma mi rendo anche conto che non si può essere buoni per tutte le stagioni. Sono contento di aver formato uno squadra di professionisti - ne ho trovati alcuni non idonei - che potranno realizzare gli obiettivi fissati nel nostro piano industriale nei tempi stabiliti dalla spending review e che attendono la prima cruciale verifica a giugno. Non credo che qualcuno si possa allontanare da questo percorso in parte attuato e in parte da completare».

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