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Inchiesta sulla tragedia in ascensore

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Saràinfatti la Procura a stabilire le eventuali responsabilità, ammesso che ce ne siano, relative al malfunzionamento dell'elevatore e, quindi, alla morte del pensionato inquilino al terzo piano dello stabile a Nuova Ostia. L'ascensorista, lo stesso ad aver ritrovato il cadavere e rimasto sul posto fino a tardi, ancora sotto shock, sarebbe stato chiamato dagli inquilini dello stabile alle 16,50 per riparare un'anta dell'ascensore rimasta leggermente aperta. Arrivato nella palazzina intorno alle 17,30, il tecnico avrebbe quindi aggiustato la porta accorgendosi, al momento di controllare con una torcia il vano ascensore, dell'uomo sul fondo, ormai privo di vita. Nessun intervento di manutenzione sarebbe stato effettuato prima della chiamata alla ditta specializzata e all'intervento del tecnico. Di certo c'è solo che - come hanno raccontato alcuni inquilini agli agenti del Commissariato Lido impegnati nelle indagini - l'ascensore ha funzionato fino alle 13,30. Poi, proprio a causa dell'anta divelta, si sarebbe bloccato all'ultimo piano, il quinto. Il 77enne, residente assieme alla moglie e alla figlia al terzo piano, avrebbe chiamato l'elevatore. Aperta la porta, sarebbe quindi entrato senza notare la mancanza della cabina, precipitando per una decina di metri. Naturalmente sarà l'autopsia, che verrà effettuata sul corpo non prima di giovedì prossimo al policlinico di Tor Vergata, a stabilire l'ora alcuni inquilini del decesso e, quindi, dell'incidente. Ai poliziotti agli ordini di Antonio Franco, la figlia della vittima avrebbe dichiarato di averlo cercato per due ore prima di venire a conoscenza di quanto accaduto. Gli inquilini del palazzo al civico 26/a dove si è consumata la tragedia, insistono intanto sulla scarsa manutenzione degli ascensori. Già il giorno precedente all'incidente, infatti, erano rimasti bloccati in tutta la zona di ponente per l'assenza di corrente elettrica e proprio sabato mattina alle 9, un'altra chiamata sarebbe stata effettuata dagli stessi inquilini dello stabile in via Cagni per un guasto temporaneo. «Magari quanto accaduto al signor Mario porterà chi di dovere a predisporre servizi di manutenzione più accurati», sussurrava a pochi minuti dal fattaccio una conoscente della vittima e sua dirimpettaia. Si sarebbe potuto evitare? Esiste un responsabile nella morte del pensionato o sarà tutto presto archiviato come una tragica, folle casualità? La parola, ora, al magistrato. Silvia Mancinelli

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