Caccia all'ultimo regalo
Negozi aperti fino alle 20 Si cercano sconti e promozioni. Orario prolungato per La Rinascente
Almenoa sentire i rappresentanti di Confcommercio e Confesercenti. Diversamente, ad approfittare del decreto Salva Italia sulla liberalizzazione degli orari delle attività commerciali, confermata anche da una sentenza della Corte Costituzionale, saranno oggi i due punti vendita de La Rinascente a piazza Fiume e in via del Corso, che chiuderanno alle 20 invece delle consuete 18 e 30. Il 26, Santo Stefano, sarà invece la volta di alcuni supermercati della catena Simply che apriranno ma soltanto fino a pranzo, e dei negozi del centro storico: una ventina saranno quelli che accenderanno le luci in via Condotti, e almeno altri dieci seguiranno l'esempio tra via del Corso e via Frattina. Per la gioia di chi vorrà farsi una passeggiata in centro dopo l'abbuffata natalizia. Ieri è stata per i romani una domenica di corsa all'ultimo acquisto. Ma non per tutti gli esercizi commerciali è stata una festa. Pieni i negozi a poco prezzo, i mercati rionali, le bancarelle natalizie. File ai negozi grandi firme, grazie soprattutto al pienone di turisti che Roma sta registrando in questi giorni. I negozi di fascia media, invece, ma anche i centri commerciali, eccezion fatta per gli outlet, piangono lacrime amare, rimasti vuoti anche questo ultimo weekend che precede il Natale. La domenica prima della vigilia è l'esempio di come la crisi abbia allargato ancora di più la forbice tra chi sta bene e chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese. «Qualcosa da venerdì ad oggi si è mosso sul fronte consumi natalizi - conferma Roberto Polidori della Confcommercio Roma - ma il bilancio per la maggior parte degli esercizi commerciali, compresi quelli del comparto alimentare, è negativo. La fila c'è stata nei negozi grandi firme del centro storico, grazie soprattutto ai turisti e in quelli che vendono giocattoli per bambini. Per il resto si sono riempiti gli esercizi dal pensierino a poco prezzo e gli outlet». Poi la stoccata. «Se ci fossero stati meno mercatini non autorizzati in giro per la città, certo avremmo potuto registrare consumi più alti». Dunque il bilancio dello shopping natalizio non è positivo. Nei supermercati, ieri, c'erano montagne di panettoni invenduti nonostante i prezzi bassissimi e le numerose offerte. «Quest'anno è un disastro per il panettone - spiega Giorgio, direttore di un punto vendita Ingrande - siamo pieni di dolci natalizi invenduti». Eppure, dicono ancora dalla Confesercenti «il settore alimentare segna un +5% rispetto alla scorsa settimana», percentuale che si spiegherebbe, tuttavia, con l'aumento fisiologico delle vendite all'approssimarsi del cenone della vigilia e del pranzo di Natale. Chiudono in perdita rispetto allo scorso anno anche noti marchi di elettronica. Si compra però spesso l'elettrodomestico a poco prezzo, il servizio di posate in offerta, la macchina fotografica sottocosto. In centro sono i grandi marchi a fare la differenza. «Sembra che alla cassa facciano lo sconto», diceva ieri una signora prima di entrare da Gucci.