Berlusconi d'accordo col Pd «Non ricandidiamo gli uscenti»
Dopolo scandalo sulla gestione dei fondi dei gruppi alla Pisana infatti, nelle segreterie dei partiti si era già parlato dell'opportunità di non ricandidare gli eletti nel 2010 alla Pisana. Una commissione di saggi istituita dai vertici del Pdl non si è ancora espressa ufficialmente, così come declina dichiarazioni ufficiali anche il Pd. A sgomberare i dubbi le parole di ieri di Silvio Berlusconi: «Su poche cose sono d'accordo con il Pd, una è di non ricandidare i consiglieri uscenti e anche sulla quota rosa al 33%». A proposito poi dello scandalo che ha travolto l'amministrazione guidata da Renata Polverini, Berlusconi ha detto: «Bisogna mandare al governo dei Comuni, delle Province e delle Regioni, gente nuova che ha un suo mestiere e che non va in politica per guadagnare denaro degli altri». Un messaggio talmente chiaro da mandare in crisi più di un esponente. In entrambi gli schieramenti. Anche in questo caso tuttavia il Pd gioca d'anticipo. Non solo per il fatto di aver scelto già il candidato presidente, Nicola Zingaretti, ma di cominciare a formare la lista del partito e quella civica collegata allo stesso Zingaretti. Il primo totonomine indica ad esempio come candidati alla Pisana la presidente del XVII Municipio, Antonella De Giusti, l'ex assessore della giunta Veltroni e deputato del Pd uscente, Jean Leonard Touadi, il consigliere capitolino Massimiliano Valeriani. Un quadro chiaro anche grazie alle candidature per le primaire dei parlamentari che vedono diversi consiglieri regionali uscenti, tentare la "promozione" in Parlamento: Marco Di Stefano, Roberto Di Giovan Paolo, Daniela Valentini. Molto più complessa la situazione in casa Pdl. A partire dal dettaglio, fondamentale, del candidato presidente. «Stiamo valutando alcune candidature - ha detto Berlusconi - ma abbiamo difficoltà a trovare un candidato che risponda all'indentikit che abbiamo disegnato per il presidente della Regione Lazio. Il Lazio è Regione difficile, ci dobbiamo confrontare con un'opposizione agguerrita e quindi spero di poter prendere una persona che ha dato prova nella sua vita di saperci fare». I nomi dei papabili sempre gli stessi, dai magistrati Simonetta Matone e Stefano Amore al presidente della Lazio, Claudio Lotito.Di tempo per cercare, comunque, non ce n'è più. La governatrice Polverini ha infatti firmato il decreto di indizione delle elezioni regionali per il 24 e il 25 febbraio. Questo significa che entro il 10 gennaio i partiti e i movimenti devono presentare le liste dei candidati al Consiglio regionale e alla presidenza del Lazio. Lo stesso giorno in cui sono attese le sentenze del Tar sui ricorsi del numero dei consiglieri. Il decreto Polverini infatti fissa a 50 il numero degli eletti alla Pisana, riducendolo di venti membri. Il dubbio rende dunque la composizione delle liste ancora più misteriosa. E complessa. A maggior ragione se venisse confermata la linea dei due partiti maggiori di non rimettere in campo i consiglieri uscenti. Ma tra Natale e Capodanno tutto può accedere. Ancora.