Se bussa alla porta non è Babbo Natale

Levittime preferite di questi incalliti mascalzoni sono gli anziani. È più facile gabbarli e soprattutto restare impuniti: le truffe raramente vengono denunciate perché la maggior parte dei truffati prova vergogna. I poveri vecchietti hanno paura di essere additati come tonti (soprattutto dai loro coetanei). La tipica truffa natalizia suona alla porta di casa dell'anziano-vittima prescelto (deve essere solo). Spesso i truffatori agiscono in coppia. Si presentano ridenti e sereni (è Natale!) travestiti da panciuti Santa Claus e da Befane. Dicono che stanno raccogliendo soldi per una onlus, in genere un'associazione tra le più famose e gettonate. Perché l'onlus esiste veramente ma non è a conoscenza dell'attività benefica che loro dicono di fare. I truffatori sanno toccare le corde emotive delle persone, giocano sui buoni sentimenti del Natale. E poi sono inappuntabili. Muniti di tesserini e lettere di autorizzazione a raccogliere i fondi del tutto verosimili. Che però sono patacche costruite da loro stessi, scaricando da internet loghi e indirizzi di onlus accreditate che si occupano ad esempio dei bimbi terremotati di Haiti, dei lebbrosi dell'Africa ecc. Sono decine i casi, in città, di Babbi Natale truffatori. «Per tutti gli anziani un solo consiglio: non aprite mai la porta a sconosciuti - spiega Alessandro Marchetti presidente di Anaspol (Associazione Nazionale Agenti e Sottufficiali delle Polizie Locali) - Può essere molto pericoloso. Il rischio non è solo quello di dare 50 euro in beneficenza che invece vengono intascati da lestofanti. Ma soprattutto essere rapinati. Perché sempre più spesso babbi di Natale e befane spruzzano sul viso della vittima del cloroformio, addormentandolo e poi svaligiano la casa». Insomma a Natale il truffatore-tipo, finto tecnico Acea o impiegato di banca fa babbo natale e si dà alla beneficenza? «Per le truffe porta a porta sì. Ma di Babbi Natale mascalzoni ce ne sono anche per strada. Vanno in giro con carretti che sparano orride canzoni natalizie, fanno giochini accattivanti e poi chiedono soldi per i poveri bisognosi». L'anziano deve stare molto attento anche quando va a prelevare i soldi al bancomat. «In questi giorni si vedono molti anziani armeggiare davanti ai bancomat per prelevare soldi destinati agli acquisti di regali e cibo - prosegue Marchetti - Attenzione a non lasciare gli scontrini del prelievo effettuato. Sono come un libro aperto per il truffatore in agguato alle spalle. Dallo scontrino si scopre quanto è stato prelevato e in quale banca l'anziano ha il conto. A questo punto è un gioco da ragazzi. Appena la vittima è rincasata si suona alla porta spacciandosi per l'impiegato di banca. La scusa è, ad esempio: "Signora una parte dei soldi che ha prelevato sono falsi". Quella ci casca e allora il truffatore prende dal mazzo i soldi veri e ci mette i finti». E le zingare manolesta? «Quelle più raffinate ti fanno credere che puoi vincere denaro se metti nella loro mano una banconota da 20 euro. Tu lo fai, loro ci sputano sopra e a quel punto la banconota gliela lasci». Come evitare le truffe? «Prevenendole. Noi dell'Anaspol, ad esempio, facciamo corsi nei centri anziani. In questa sede raccogliamo pure le testimonianze di truffe subite».