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Metro sabotata

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Indaga la Procura Tagliati i fili elettrici. Treni fermi Atac: i blocchi ripetuti non sono casuali

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Main questo caso non si tratta del solito guasto tecnico. È stato un sabotaggio. Messo in atto da qualcuno che sapeva dove mettere le mani. Un blitz in due stazioni della linea B, a Termini e ad Eur Fermi. Sono state aperte le scatole di emergenza che si trovano sulle banchine, è stato premuto il pulsante e sono stati tagliati i fili, facendo scattare i dispositivi di sicurezza che interrompono l'energia elettrica. È stato il black out totale. L'Atac ha denunciato tutto alla Procura, che ha aperto un'indagine. I passeggeri sono stati costretti a tornare in superficie e a prendere i bus navetta sostitutivi. Ormai ci sono abituati. Negli ultimi mesi la metro si ferma circa due volte a settimana. Il 13 dicembre scorso aveva preso fuoco la stazione di piazza Vittorio con i passeggeri costretti a scappare dal fumo. Sembrava un attentato terroristico. Quella volta la «colpa» era dell'alimentazione della linea area, probabilmente a causa di infiltrazioni dalla galleria. Il caos di ieri, come detto, ha origine diversa. L'ad di Atac, Roberto Diacetti, ha spiegato che «i fili non possono essere stati recisi da una persona che passava di lì per caso. Questi atti di vandalismo sono gravi e ripetuti. Non parlo di sabotaggio, poi ognuno faccia le sue valutazioni e riflessioni». Se Diacetti non evoca direttamente il sabotaggio, ci pensa Alemanno ad usare questo termine. Sarà un caso, ma proprio ieri mattina i vertici Atac presentavano gli investimenti sulla metro e il progetto di assistenza e controllo. Il dubbio che qualcuno abbia voluto rompere le uova nel paniere è più che plausibile. L'Atac ha passato agli investigatori le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Diacetti vede un filo rosso che unisce gli episodi di ieri con quelli delle ultime settimane: «Abbiamo verificato il ripetersi di interruzioni e blocchi che non appaiono più tanto casuali, stiamo interessando con denunce e materiale probatorio gli inquirenti affinché sia fatta piena luce». L'indagine aperta dalla Procura è per interruzione di pubblico servizio. Queste denunce confluirannno nel fascicolo aperto nei giorni scorsi dal procuratore aggiunto, Roberto Cucchiari, su una serie di guasti avvenuti sulla linea del trenino Roma-Lido. A far partire le indagini era stata una denuncia firmata da Diacetti a seguito di ripetuti furti di rame. Ieri mattina, quando i fili sono stati recisi alle fermate della metro B, i treni hanno iniziato a bloccarsi a macchia di leopardo. Poi, dalle 9,40 alle 10,20 l'intera linea B/B1 è stata interrotta. Dalle 10,20 alle 13,30 i treni hanno ripreso a correre solo da Castro Pretorio a Rebibbia/Conca d'Oro. Il tratto verso Laurentina è rimasto isolato. I tecnici chiamati da Atac hanno dovuto lavorare per diverse ore dal momento che sono stati costretti a sostituire l'intero apparecchio di emergenza. Quando è scattato il blocco i passeggeri sono rimasti «intrappolati» sui vagoni per un quarto d'ora. Le proteste più vibranti sono state a Tiburtina, dove decine di persone hanno assalito gli operatori all'infobox sferrando calci e pugni sul gabbiotto. La maggior parte, però, l'ha presa con filosofia: «C'è stato un altro guasto? Vabbè tanto capita ogni giorno». E c'è anche chi è arrivato a ipotizzare di chiedere i danni ad Atac: «Non è possibile fare sempre tardi a lavoro per colpa di questi servizi», diceva un impiegato di banca alla fermata Colosseo. Poco lontano un altro si metteva le mani nei capelli: «Oggi è il 21 dicembre, sarà mica che la profezia dei Maya si sta avverando?».

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