Solo 2,3 letti per mille abitanti La metà di Roma
Lebozze del piano che il commissario di governo per la sanità nel Lazio, Enrico Bondi, presenterà alle parti sociali prima di Natale sono tutto, infatti, fuorché un regalo sotto l'albero. E ora tutto l'arco costituzionale vuole rispedire al mittente le proposte infiocchettate dall'ex risanatore della Parmalat. Dai capigruppo regionali e i coordinatori provinciali dei due partiti maggiori, Pdl e Pd, all'Udc e Idv, tutti ricordano al commissario che la coperta dei posti letto in provincia è già corta, dimezzata rispetto alla capitale: una media di 2,3 letti ogni mille abitanti contro i 4,7 di Roma. «Nelle province il sistema sanitario è al collasso, ridotto ai minimi termini, tutto il tagliabile è stato tagliato - dice Esterino Montino (Pd) - L'ipotesi di insistere per la chiusura degli ospedali di Monterotondo, Subiaco, Bracciano è irricevibile». Analoga la presa di posizione della capogruppo del Pdl: «Ci rendiamo conto che il tecnico Bondi - commenta Chiara Colosimo - come dimostrato dal suo piano di rientro per la sanità laziale, sia abituato a preoccuparsi solo di cifre. Ma governare non algebra. Dietro quei numeri ci sono comunità di cittadini che non vivono di pareggio di bilancio o direttive europee, i quali meriterebbero meno calcoli e un uso più massiccio di buon senso». Contro la deriva ragionieristica anche Giulia Rodano dell'Idv. «Si sta tagliando indiscriminatamente senza un vero piano e senza uno studio attento del sistema sanitario del Lazio. Il tema è troppo importante per essere appaltato alla burocrazia ragionieristica - ammonisce il consigliere regionale - occorre fermare assolutamente il piano di tagli ordito dal commissario Bondi, che non elimina gli sprechi ma solo i servizi ai cittadini». Anche a quelli delle zone montane, che ora chiedono l'applicazione del Decreto Balduzzi, nel quale sono previste deroghe per i «presidi ospedalieri nelle zone particolarmente disagiate». È il caso di Subiaco, «ospedale atipico perché inserito in una zona montana che non ha alternative di alcun tipo - ricorda il sindaco sublacense, Francesco Pelliccia - I presidi più vicini sono ben oltre la golden hour, criterio di garanzia per la salute». L'Angelucci, ricorda il coordinatore provinciale del Pdl, Francesco Lollobrigida, «è un reale punto di riferimento per un intero territorio: in sua mancanza, centinaia di migliaia di cittadini della Valle dell'Aniene dovrebbero percorrere decine e decine di chilometri in più per ricevere la giusta assistenza. Derubricarlo a presidio di primo intervento con appena 8 posti letto significherebbe creare una vera e propria emergenza sanitaria». Anche il commissario regionale Udc, Antonio Saccone, si dice contrario alla «riconversione degli ospedali di Monterotondo e Subiaco». E, oltre ai problemi di programmazione, anche la situazione contingente allarma nei vari ospedali dell'hinterland. A Palombara il comitato civico minaccia l'occupazione della struttura. A Civitavecchia «l'organico dei pediatri in servizio presso Pediatria e Neonatologia non è in più in grado di garantire il servizio di assistenza e cura dei neonati e bambini», denuncia il capogruppo regionale dell'Udc, Francesco Carducci. «Sono rimasti solo 4 pediatri che non riescono a coprire i turni h24, quando quelli necessari per la copertura totale del servizio sarebbero almeno 7. Data l'impossibilità a reperire nuovo personale attraverso assunzioni con graduatorie regionali per effetto della spending review, è però urgente trovare soluzioni alternative per supplire a questa grave carenza. Per questo - conclude Carducci - invito l'amministrazione dell'ospedale a considerare la possibilità di reperire sul territorio i pediatri disponibili».