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Nel Partito democratico romano torna di moda il gioco delle coppie

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Marroni-Campana il duo da battere. Fassina si lega alla Cirinnà

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NegliAnni Ottanta era un quiz televisivo sulle reti Fininvest che spopolava tra le famiglie italiane. Oggi è invece il gioco a cui sono praticamente obbligati gli aspiranti deputati e senatori del Pd romano. Già, perché per conqusitare i consensi necessari tra gli elettori democratici - i ben informati del partito parlano di non meno di 5-6.000 preferenze per entrare in lista - l'unico modo è allearsi e confidare nell'apparato. Una coppia strafavorita c'è ed è quella costituita dal capogruppo capitolino Umberto Marroni (che dunque non correrà per le primarie a sindaco) e da Micaela Campana, dirigente molto stimata da Pierluigi Bersani, organizzatrice della Festa Democratica di Caracalla. In molto giurano: «Stravinceranno». Ex Ds anche altre due coppie accreditate dai favori del pronostico. L'una è costituita dal segretario romano e zingarettiano di ferro Marco Miccoli e dalla deputata uscente Ileana Argentin; l'altra da Matteo Orfini e dalla presidente del Consiglio provinciale Pina Maturani. Occhio anche a Monica Cirinnà - consigliere capitolina e consorte di Esterino Montino - e Stefano Fassina, responsabile del settore Economia e Lavoro del Pd. Sono loro i possibili outsider. I giochi di partito sembrano dunque essere praticamente fatti. Anche i renziani saranno ovviamente della partita. Lorenza Bonaccorsi farà ticket con Roberto Giachetti, mentre Paolo Gentiloni è sicuro di un posto nel listino. Non sarà della partita il segretario regionale Enrico Gasbarra. Avrebbe voluto e ha chiesto di correre, ma il segretario Bersani, visto il suo ruolo di segretario laziale e membro della commissione ristretta per le primarie, gli ha chiesto di dedicarsi al ruolo di regista. Avrà un posto nel listino. A proposito di liste, l'intenzione di Bersani è far correre i big al Senato, visto che col Porcellum il premio di maggioranza a Palazzo Madama è su base regionale. Ed è al Senato che si gioca la complicata partita della governabilità: serve gente che «tiri» la lista. E gli altri romani? Molti ancora cercano una partner con cui accoppiarsi politicamente. È il caso del drappello di consiglieri regionali Di Stefano, Astorre, Moscardelli, Scalia, Lucherini. Una donna libera forse ci sarebbe: Daniela Valentini. Senza ticket anche i consiglieri provinciali Lo Fazio e Lobefaro. Il tempo stringe e le strategie dell'apparato ex Ds consigliano di non perdere tempo. Senza un'accoppiata valida c'è il serio rischio di non ottenere le preferenze necessarie. I soliti ben informati malignano: saranno tanti gli uscenti a restare a casa per far posto alla nuova classe dirigente. Si voterà il 30 dicembre dalle 8 alle 21. I seggni nel Lazio saranno circa 500, di cui 170 nella Capitale. L'intenzione del partito, viste le temperature rigide, è però quella di eliminare i gazebo. A mandare avanti la macchina saranno 4.500 volontari. Potranno votare i tesserati Pd del 2011, i nuovi tesserati 2012 che abbiano sottoscritto la tessera entro il 30 settembre scorso e coloro che hanno votato alle primarie del 25 novembre. Contributo minimo, due euro. Oggi la direzione regionale deciderà sui criteri etici per le candidature alle regionali.

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