Ricoveri troppo lunghi
Acertificarlo è il rapporto di Asp-Laziosanità sull'attività ospedaliera 2010. La degenza media per i ricoveri in ordinario è di 7,4 giorni, mentre per i ricoveri in day hospital il numero medio di accessi è pari a 3. Nella Regione, dunque, la degenza media in ordinario risulta mantenersi sempre al di sopra dello standard nazionale di circa il 10%. Dati che, come sottolinea l'Asp, si traducono «per i ricoveri in regime ordinario osservati nel 2010 in un surplus di circa 470mila giornate di degenza e in un utilizzo di circa 1.300 posti letto in più attribuibili a degenze protratte». Dal rapporto emerge anche che oltre la metà delle strutture di ricovero del Lazio, il 53%, ha un numero di posti letto da 0 a 120. Il 35% ne ha da 121 a 400, l'8% da 401 a 600, il 3% oltre 600. Secondo l'Asp, dunque, il 53% delle strutture ospedaliere del Lazio sono «di dimensione fuori dei parametri». Stando ai dati forniti dall'Agenzia di Sanità pubblica, infatti, in Italia ha da 0 a 120 posti letto il 32% degli ospedali, mentre il 43% va dai 121 ai 400, il 12% dai 401 ai 600 e il 13% oltre i 600. In compenso, nel Lazio diminuiscono i ricoveri per acuti. Dal 2005 al 2011 si è passati dai poco meno di 800mila ai poco più di 600mila di quelli in ordinario, registrando una contrazione di circa il 19%, e dai 500mila a poco piú di 300mila per il day hospital, con una riduzione del 34%. Trend in decrescita anche per i ricoveri di riabilitazione post acuzie, con una diminuzione del 10% per quelli in ordinario e del 35% per il day hospital. Il tasso di occupazione medio dei posti letto ordinari è del 79%, una percentuale di dimissioni volontarie pari al 2,7% e una quota di ricoveri ripetuti a 30 giorni pari al 3,3%. Diminuiscono anche gli accessi nei pronto soccorso del Lazio che, dopo il picco di 2.134.953 nel 2009, sono scesi ai 2.034.454 del 2011. I tempi medi di attesa si attestano invece tra i 18 minuti per i codici gialli in una struttura di pronto soccorso e i 129,9 per i codici bianchi in un Dea di II livello. La contrazione degli accessi nei pronto soccorso è dovuta in parte anche a causa della riclassificazione di alcune strutture di pronto soccorso in punti di primo intervento. In compenso l'Asp sottolinea come negli ultimi anni gli accessi degli ultra 75enni siano aumentati di pari passo con l'aumento della popolazione di quella fascia di età e stima che per il 2020, stando alle previsioni Istat sull'andamento della popolazione anziana, gli accessi potrebbero aumentare del 20% rispetto al 2010. Degli oltre 2 milioni di accessi nel 2011 la maggior parte, il 48,4%, ha riguardato Dea di I livello, il 30,4% pronto soccorso e il 21,2% Dea di II livello. Il 71% degli accessi era per codici verdi. Sul fronte tempi di attesa l'Asp differenzia quelli per i diversi tipi di gravità di accesso. Si parte dai codici gialli: 18 minuti di attesa in media si registrano in ps, 29,2 in Dea I, 42,3 in Dea II. Per i codici verdi si va dai 41,9 minuti medi di attesa in pronto soccorso ai 65,9 in Dea I ai 76,9 in Dea II. Infine i codici bianchi: 77,9 minuti di attesa media nei ps, 112,4 nei Dea I e 129,9 nei Dea II. «Bisogna imparare a governare le aziende. Se non c'è governance non si va da nessuna parte. Per questo è fondamentale una adeguata tecnostruttura regionale» - dice il commissario di Asp-Laziosanità Giuseppe Antonino Spata - Al Lazio manca la luce della saggia massaia», ossia la capacità di gestire il sistema anche in presenza di difficoltà. «Difettiamo di managment - conclude - la politica deve affidarsi ai manager».