Idi, pagati i fornitori ma non gli stipendi dei dipendenti
Ilcommissario ha detto di essere convinto di poter raggiungere il pareggio della spesa sanitaria del Lazio senza distruggere il tessuto della sanità della nostra Regione». Lo ha detto il sindaco Gianni Alemanno al termine di un incontro in Campidoglio con il commissario straordinario della Sanità nel Lazio Enrico Bondi. «Lo spirito dell'incontro è stato costruttivo - ha sottolineato - Il commissario ci ha spiegato che è sua intenzione fare una serie di incontri struttura per struttura, dal Gemelli al Campus Biomedico al Fatebenefratelli. Ci informerà delle realtà che emergeranno caso per caso. Poi farà un incontro specifico per le strutture accreditate anche per chiarire la vicenda del taglio del 6,8% che ha creati grandi problemi e secondo Bondi non é un taglio sulle prestazioni erogate ma sul budget complessivo e questo lascerebbe margine alle strutture per recuperare». E il senatore del Pdl, Domenico Gramazio, al termine dell'incontro a aggiunto: «In questi giorni è stato lanciato il problema dell'Eastman, per cui si è parlato di chiusura totale. Abbiano avuto assicurazioni, perché già concordato con il dg dell'Asl RmA che resterà aperto con 4 posti letto per i ricoveri urgenti. Non sarà trasformato in qualche altro tipo di struttura, come qualcuno aveva detto, ma resterà un riferimento come policlinico specializzato». Sulla difficile situazione dell'Idi è poi tornato a parlare Alemanno: «L'Idi ha ricevuto il bonifico e dovrebbe quindi entro venerdì a dare gli stipendi, dunque prima di Natale. Domani ci daranno conferma se ci riusciranno oppure no». Mentre ha definito «Vergognosa e indecente» la situazione dell'Istituto dermatologico, Giovanni Torluccio, segretario generale della Uil-Fpl dopo aver incontrato alcuni lavoratori dell'Idi, che hanno espresso la loro preoccupazione perché ancora non hanno visto un euro dei loro attesi stipendi. «Dopo più di una settimana dall'annuncio del Commissario Bondi dello sblocco dei fondi (circa 5 milioni e 400.000 euro), che dovevano servire per dare un minimo di sollievo economico ai lavoratori che da agosto non percepiscono lo stipendio, ancora non è arrivato un centesimo nelle tasche dei dipendenti dell'Istituto». «Per i datori di lavoro, inoltre, l'Istituto sarebbe già chiuso: è solo il senso di responsabilità dei lavoratori, che hanno continuato a lavorare alacremente con rigore ed abnegazione, che permette di continuare a garantire l'erogazione ai cittadini di servizi sanitari di altissima qualità. La situazione - prosegue - è precaria e il servizio dell'Istituto Dermopatico è allo stremo: si pensi solo che i creditori sono pronti a ritirare l'attrezzatura scientifica non pagata». I fondi sbloccati «sono serviti finora a pagare i fornitori: non mettiamo in discussione la necessità di pagarli, ma forse i primi creditori non dovrebbero essere i lavoratori? Non vorremmo che siano stati usati i lavoratori e le loro forti proteste per sbloccare i fondi, che poi sono serviti ad altri - continua Torluccio - Non siamo più disposti a tollerare che l'incapacità gestionale».