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«In questi anni scandali e degrado Così aprirò una nuova stagione»

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L'eurodeputato: «Per crescere servono impegno e trasparenza»

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Assicurache non sarà «un uomo solo al comando». Ripete più volte che c'è bisogno dell'«impegno di tutti» per far ripartire Roma. Il capogruppo del Pd al Parlamento europeo, David Sassoli, lancia la sfida al sindaco Alemanno. «All'inaugurazione del mio comitato (in viale Glorioso a Trastevere) c'è stato grande entusiasmo. Hanno partecipato tante associazioni, militanti e dirigenti del Pd. Il nostro slogan è "Cambiare è Capitale"». È simile a quello di Alemanno quando è stato eletto sindaco: «Roma Cambia»... «Sì ma in quel caso Roma è cambiata degradandosi. In questa città non funziona nulla: le metropolitane, i servizi. Le strade sono in uno stato pietoso. C'è bisogno di un cambiamento vero». Crede che sia possibile, con questa crisi devastante, aprire una stagione che ricordi il modello Roma di Rutelli e Veltroni? «Non solo è possibile, è indispensabile. Roma ha delle energie straordinarie. Ma c'è una premessa. Per aprire una stagione di crescita la Capitale ha bisogno di un investimento nazionale. In questi anni c'è stato molto provincialismo. C'è stata la convinzione che Roma potesse essere autosufficiente. Non è così, anche se la Capitale può essere il motore per lo sviluppo del Paese e una calamita di intelligenze». Riuscirà a battere il distacco dei cittadini dalla politica? «C'è bisogno di trasparenza. Non possono esserci amministrazioni opache. Dobbiamo sapere dove va a finire ogni euro pubblico, così si combatte la diffidenza verso la politica. Negli anni di Alemanno, invece, si sono susseguiti gli scandali, che hanno mortificato l'azione amministrativa. Serve invece un'opera comune, che veda impegnata l'intera città e che si concentri, soprattutto, sugli ultimi e su quelli che si trovano in difficoltà. Se si va alla Caritas di Colle Oppio all'ora di pranzo si trovano in fila giovani disoccupati e tanti pensionati. Una nuova gamma di poveri di cui Roma deve occuparsi. Per non parlare della situazione che c'è nella sanità e di chi rischia di perdere il posto e protesta. Vede, io trovo che sia un brutto spettacolo che l'amministrazione arrivi soltanto dopo che i lavoratori siano saliti sui tetti. Bisogna arrivare prima». Scusi Sassoli, ma lei è sicuro che le primarie per il candidato sindaco di Roma si faranno? «Sono obbligatorie, non solo perché nel dna del Pd ma anche per fare "adottare" il candidato alla città. Certo in questa fase si sovrappongono tante scadenze ma troveremo la strada migliore». In tanti dicono che alla fine entrerà in scena Enrico Gasbarra e che sarà lui il vero candidato. Magari senza primarie. È uno spettro agitato dai «complottisti» o c'è qualcosa di vero? «Il ruolo di Enrico è fondamentale, abbiamo bisogno di un regista. È stato lui stesso a sacrificare la sua possibile candidatura. Inoltre la lezione delle primarie ha fatto scattare la molla dell'orgoglio nel Pd. Bersani ci porterà alle primarie pure per scegliere i parlamentari, si faranno anche per il candidato sindaco di Roma».

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