Il profondo rosso dei conti
Nell'analisirientra tutto. Dall'obiezione di alcuni consiglieri che, solo fino al 2009, la Regione dovesse a Cotral 200 milioni di euro, rispetto agli attuali 500, cifre dunque lievitate, ai sospetti sulla gestione di stipendi e appalti, vedi benzina e manutenzione, che hanno travolto i vertici dell'azienda dopo che, nel giugno scorso, era scoppiato il caso «parentopoli». Fatti per i quali gli stessi passeggeri si sentono «autorizzati», intervistati lo dicono, a non pagare un servizio che comunque utilizzano, se non peggio, a «rifarsi» su mezzi e strutture. Per quanto riguarda il primo capitolo, quello degli evasori, i mancati introiti sono stimati in almeno 20 milioni l'anno: sono operativi appena 50 funzionari su tutta la linea, ne servirebbero almeno il triplo per un monitoraggio costante, e quest'anno hanno fatto quel che potevano, 24mila multe, per un totale di un milione 700mila euro circa, che comunque non tutti pagano. Pesano come macigni, su un bilancio già in agonia, anche gli atti vandalici: un milione 101mila euro nel 2010 e due milioni 16mila euro nel 2011, costi vivi che si sommano all'indisponibilità dei bus spediti in officina (7,2 mezzi al giorno), pari ad una mancata produzione per due milioni 16mila euro. Queste le stime effettuate su un campione di soli 520 bus. Se le verifiche avessero interessato tutti i mezzi in circolazione sulla rete quella cifra sarebbe perlomeno triplicata. L'ultima giornata-incubo per azienda e pendolari, il 26 novembre scorso, con 600 corse soppresse su un totale di 2.500 (150 per carenza di vetture, la restante parte di autisti), in qualche modo ne è anche un risultato. Infine, la vecchia contesa con Atac. Cotral vanta nei confronti dell'azienda ai trasporti capitolina crediti per circa 40 milioni di euro in ordine alla ripartizione delle vendite dei titoli di viaggio metrebus e relative agevolazioni: Atac incassa ma, secondo Cotral, senza redistribuire quanto dovuto, quest'anno sul totale di 40 milioni ne sono arrivati solo 7,5. Insomma cifre che non ripianerebbero probabilmente il debito complessivo, ma che sommate – crediti, evasione, atti vandalici, senza contare l'insieme di attività esternalizzate, una cui razionalizzazione potrebbe andare a vantaggio di conti e utenti - di certo contribuirebbero all'opera di risanamento annunciata pochi mesi fa dall'ad Surace, che comprendeva tagli ai manager, numeri in pareggio per il 2014 e l'acquisto di 600 veicoli per un investimento di 160 milioni. Eri.Del.