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Alemanno: Col nuovo Pdl sarò rieletto sindaco

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Conla nascita di «Italia popolare», il rilancio del Pdl ha adesso un nome chiaro e un obiettivo preciso: aggregare. Punto fondamentale per Alemanno e il suo traguardo: essere rieletto sindaco. Lo dice chiaro e tondo a una trasmissione Tv, all'indomani del faccia a faccia con Berlsconi e alla vigilia dell'evento di domenica per presentare il "nuovo" Pdl. «Non sono stanco di fare il sindaco ma mi rendo conto che per vincere a Roma serve proposta credibile anche a livello nazionale. Per quanti sforzi possiamo fare e per quanto abbiamo fatto in questi anni - ha detto il sindaco - bisogna necessariamente essere legati a uno schieramento credibile per gli italiani. Il mio obiettivo è essere rieletto sindaco». Una sfida difficile, da affrontare in salita complici le turbolenze del Pdl, che vedrà proabilmente almeno la scissione della corrente di Fabio Rampelli, quella dei Gabbiani e con uno scotto pesante da pagare, quello dello scandalo dei fondi dei gruppi regionali che ha poi causato il crollo della giunta Polverini. «Non credo che nel Pdl si stiano creando delle correnti - ha aggiunto poi Alemanno -. Le correnti sono strutture di potere, ci sono solo delle idee diverse. La nostra vuole aggregare tutti i moderati, il centro». I moderati, appunto. Una partita decisiva se non altro perché in quell'abbondante 40% di indecisi, la maggior parte è riferibile proprio ai moderati. E per questo, anche Alemanno punta sul premier Monti. «Non sono un "Montiano", ma uno alternativo alla sinistra che in questo momento risulta vincente in tutti i sondaggi. Monti può essere una figura di rilievo, una figura vincente. Il suo lavoro lo ha fatto egregiamente ridando, ad esempio, credibilità internazionale all'Italia. Il Governo dei tecnici non ha fatto invece altrettanto. Monti è una persona seria». Poi ritorna in «casa» e sulla candidatura di Alfio Marchini, l'impreditore romano vicino al centrosinistra, sceso in campo per il Campidoglio, il primo cittadino ha commentato: «Alfio Marchini? Sono sindaco da 4 anni e mezzo e non l'ho mai visto né sentito, non ha mai fatto una proposta o lanciato un'idea, è stato totalmente assente dalla vita cittadina. Mi domando come a Marchini possa venire in mente di fare il sindaco della capitale. È veramente buffo». Pronta la replica del chiamato in causa: «Invece di risolvere i problemi dei romani, parla di Berlusconi e lo vedo preoccupato del mio percorso politico. L'aiuterò a capire - dice Marchini -. Lo invito a un confronto pubblico su Roma. Sul suo patto tradito con i romani, e su come intendo far rinascere Roma».

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