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Gli ospedali tagliano in due la Colombo Caos stamattina in via Ramazzini

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Diecimila persone in corteo fino alla sede della Regione Lazio, via Cristoforo Colombo bloccata, autobus deviati e circolazione in tilt dall'Eur fino a piazza dei Navigatori. È la cronaca della marcia su Roma della sanità, organizzata da sindacati, medici, infermieri, dipendenti del settore pubblico, privato e classificato e dai cittadini per protestare contro i tagli del commissario Enrico Bondi, che, dopo aver decurtato del 7% il budget dei convenzionati e dei religiosi, entro Capodanno dovrà varare il piano di riorganizzazione e il conseguente taglio di circa mille posti letto. Un corteo - quello dei dipendenti del Cto - è partito dall'Alesini, alla Garbatella. L'altro da Porta San Paolo. La Cristoforo Colombo è stata bloccata in entrambi i sensi di marcia e gli autobus deviati. Non sono mancati momenti di tensione, quando un automobilista ha cercato di forzare il blocco e i manifestanti hanno circondato la vettura prendendola a calci e pugni, danneggiandola. La polizia ha riportato la calma. A scendere in strada sono stati non solo i sindacati e il personale degli ospedali pubblici e privati colpiti dai tagli, ma anche tantissimi cittadini. Soprattutto della Garbatella, che hanno protestato contro la peventata chiusura del Cto Alesini. Bersaglio della protesta - a cui hanno partecipato anche i consiglieri regionali Luigi Nieri (Sel) e Giulia Rodano (IdV) - il commissario Bondi, reo di voler «smantellare» i poli d'eccellenza della sanità laziale e di voler «mettere in ginocchio» la sanità «con la logica dei tagli lineari». Tanta la rabbia anche contro la governatrice Polverini. Dura la presa di posizione dei sindacati. La Cisl Fp di Roma e del Lazio pone l'accento sulle conseguenze dei tagli: oltre ai cinquemila precari della sanità pubblica a cui non verrà rinnovato il contratto in scadenza il 31 dicembre, si sono i 2.700 cassaintegrati della sanità privata convenzionata e migliaia di posti di lavoro messi a rischio dai tagli alle prestazioni specialistiche e dalle chiusure di ospedali e servizi ipotizzate dal commissario straordinario. A rischio, oltre al Cto, sono San Filippo Neri, Eastman, Oftalmico, Forlanini e il gruppo San Raffaele. Senza contare le strutture religiose, Gemelli e Campus Biomedico comprese. La Cisl Fp di Roma e Lazio «è pronta ad ogni tipo di azione e pressione nei confronti delle istituzioni che hanno il potere e il dovere di intervento - dice Roberto Chierchia, responsabile sanità della Cisl Funzione Pubblica di Roma - Chiediamo con urgenza non solo risposte alla Regione, ma anche alla Prefettura e ai sindaci dei Comuni interessati di farsi parte attiva nella vertenza. Così come lo abbiamo chiesto qualche giorno fa al Ministro della Salute. La condizione della sanità laziale è ormai insostenibile, e gli effetti rischiano di essere rovinosi, anche fuori dai confini regionali. Per questo vogliamo che si apra subito un tavolo permanente di confronto: da questa situazione non si esce con provvedimenti draconiani, né eliminando le relazioni sindacali. Ma trovando insieme, politica, parti sociali, lavoratori e cittadini, le soluzioni migliori per assicurare lavoro, retribuzioni e servizi». Duro anche Antonio Cuozzo, segretario Ugl Sanità di Roma e Lazio: «I sette anni di commissariamento non hanno prodotto alcun risultato utile. Occorre rimuovere le incrostazioni che ostacolano la sopravvivenza del nostro sistema sanitario: razionalizzare le spese di gestione, ridefinire le tariffe bloccate da anni, potenziare i controlli e, soprattutto, tagliare i supermanager anziché i posti letto». Cuozzo critica gli effetti del blocco del turn over e il proliferare delle unità operative con relativi direttori (Uoc e primari sono circa 1.600) nei vari ospedali del Lazio ormai rimasti «senza farmaci». Venerdì, intanto, i medici degli ospedali classificati Idi, San Carlo di Nancy, San Giovanni Calibita Isola Tiberina, San Pietro, Cristo Re, Regina Apostolorum, San Giovanni Battista, si riuniranno in assemblee a partire dalle 8.30 per protestare contro il momento drammatico che sta vivendo la sanità laziale, specialmente quella religiosa e privata. L'iniziativa è organizzata dall'Anmirs - Associazione Nazionale Medici Istituti Religiosi Spedalieri - i cui responsabili Donato Menichella e Paolo De Stefanis lanciano l'allarme per la tenuta delle strutture e dei livelli occupazionali.

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