Call center e crac. Imprenditore in cella
C.,è stato arrestato a Torino dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma, nell'ambito delle indagini - coordinate dal procuratore aggiunto di Roma Nello Rossi e aostituto procuratore Michele Nardi e curate dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza della Capitale - che sono seguite al fallimento della società, dichiarato dal Tribunale di Roma a febbraio del 2011. Gli accertamenti svolti hanno consentito di fare piena luce sulle responsabilità dell'amministratore che avrebbe provocato il dissesto della società, operante nella gestione di call center e di servizi telefonici dedicati, con operazioni di distrazione dell'attivo patrimoniale risultante dall'ultimo bilancio approvato, per un totale di oltre sette milioni di euro. L'analisi del bilancio e le indagini svolte dalla Finanza sui movimenti finanziari hanno permesso di ricostruire con esattezza tutte le operazioni societarie eseguite prima della dichiarazione di fallimento, che erano apparse anomale essendo prive di logica commerciale: acquisizione in affitto di un ramo di azienda di altra società senza riceverne alcun beneficio economico, periodici e consistenti prelievi dalla cassa per versamenti a favore di una società in liquidazione, apparentemente ingiustificati, attesa anche la condizione di insolvenza in cui versava l'azienda, con la conseguente determinazione di un passivo fallimentare accertato pari ad oltre 13 milioni di euro. L'uomo, già coinvolto in passato anche nel crac del gruppo «Agile-Eutelia» (attivo sempre nel settore delle telecomunicazioni), di origine siciliana ma residente in Torino, è stato associato al carcere ex «Le Vallette» e dovrà ora rispondere di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, per aver occultato le scritture contabili obbligatorie della società, nel tentativo di impedirne la ricostruzione del patrimonio e del giro d'affari.