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La recessione svuota le tasche dei romani e il caro vecchio albero adesso si ricicla

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Icommercianti sperano in un avvio delle vendite dall'Immacolata, che come da tradizione fa partire la corsa agli addobbi natalizi. Finora il mercato degli abeti, veri o finti, è rimasto in attesa. «Da qualche anno a questa parte si vendono sempre di meno. – confida il responsabile di Vivai Aurelia – Aspettiamo che partano le richieste. Il più venduto è l'evergreen abete rosso, di taglia media, di 1-2 metri, sui 15-20 euro. Ma solo gli appassionati vengono a chiederceli. Ha bisogno di cure, va innaffiato bene e passate le festività va messo subito fuori, sennò muore», conclude il vivaista. Stessa atmosfera da VivaiMari, nei pressi dello stadio Olimpico, che espone sia abeti veri che di plastica, dichiarando di aver subìto un calo delle vendite di abeti veri del 60%, rispetto allo stesso periodo del 2011. «Di quelli finti finora non ne abbiamo venduto nemmeno uno – esclama – Anche se da sempre i più richiesti sono quelli veri. Ad andare per la maggiore sono quelli di un metro, da 25 euro mentre gli abeti di plastica di 1,30 cm. vengono sui 100 euro. Più cari ed inquinanti, non solo consumano petrolio e liberano gas a effetto serra per la loro realizzazione e il trasporto, ma impiegano oltre 200 anni prima di degradarsi nell'ambiente». L'aria di recessione si respira anche nel periodo tradizionalmente più consumeristico, alla Coin decorazioni e addobbi natalizi sono scontati del 30% fino al 9 dicembre. Ma gli alberi in PVC, semplici o dalle fronde innevate, costano non poco, da quelli più piccoli di 1,35 cm (59,90 euro) agli 89,90 per un pino di 1,80 cm, fino a salire ai 129,90 euro per uno di 2,25 cm. E' un trionfo di palle e decorazioni, in tinta bianco su bianco, o le classiche rosse e dorate, (4,90-5,90 euro) ma ci sono anche le pigne, cuori e renne in legno (3,90) e casettne in sughero (dai 3,90 in su). Laura Candeloro

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