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Atac, se ne va anche Carbonetti

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DopoCarlo Tosti, si è dimesso anche il presidente dell'azienda del trasporto pubblico capitolino, Francesco Carbonetti. Con una lettera al Consiglio di Amministrazione e al sindaco Alemanno, ha formalizzato la propria decisione dovuta ai «crescenti impegni professionali. L'intervenuta approvazione da parte dell'Assemblea capitolina dell'affidamento settennale della gestione ha messo in sicurezza l'azienda - spiega Carbonetti - e mi consente di dare attuazione a una decisione che avevo già maturato qualche tempo fa, in considerazione dei miei crescenti impegni professionali. Ringrazio il sindaco e azionista per avermi dato l'occasione di conoscere un'azienda vitale e dotata di eccellenti professionalità - conclude Carbonetti - dandomi la possibilità di fornire un contributo all'avvio del suo risanamento economico e finanziario. Rivolgo infine un cordiale augurio di buon lavoro al Cda e a tutti i dipendenti di Atac». Al posto di Carbonetti andrà, già pronto, Roberto Grappelli, ex amminsitratore delegato di Metro spa prima della fusione Atac e oggi presidente di Ogr: «Accetto con viva soddisfazione ma anche con grande senso di responsabilità l'incarico di Presidente di Atac che il sindaco di Roma Capitale, in qualità di azionista unico dell'azienda, ha inteso conferirmi. Compito che intendo assolvere con scrupolo e dedizione nell'interesse esclusivo della città e degli utenti del trasporto pubblico locale». Terreno facile, comunque per l'opposizione: «Si dimette anche il quinto presidente di Atac, non è una novità, purtroppo - commenta il consigliere comunale del Pd, Massimiliano Valeriani -. Questo poltronificio è l'emblema del fallimento delle politiche sulla mobilità del primo cittadino».

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