Se fossi sindaco per cinque minuti...
Unpodio, un microfono e un tempo limite (cinque minuti) per lanciare una proposta che contribuisca al cambiamento della città. In vista delle prossime elezioni amministrative, l'associazione «Cambiare Davvero» ha organizzato una maratona per raccogliere le testimonianze di studenti, lavoratori, imprenditori, sindacalisti e semplici cittadini. Un'intera giornata dedicata al confronto di idee, proposte e soluzioni per il prossimo governo della città. Nata con il nome: «Se fossi tu il sindaco di Roma?», la maratona, promossa da Alessandro Onorato, capogruppo Udc di Roma Capitale, e da «Cambiare Davvero», si è svolta nel Salone Agiolillo di Palazzo Wedekind, in piazza Colonna, nella storica sede del nostro quotidiano. A partire dalle ore 10 del mattino e fino alle 19 inoltrate, si sono susseguiti gli interventi di chi ha voluto dare un suggerimento al nuovo sindaco che si appresta a governare una città che vanta oltre duemila anni di storia e una popolazione di oltre tre milioni di cittadini. Sono stati circa cento gli interventi che si sono susseguiti, quasi ininterrottamente, per tutto il giorno. Agli esponenti di categorie economiche, sociali, dell'associazionismo e delle professioni, si sono affiancate proposte di studenti, giovani laureati e normali cittadini. Quasi tutti concordi nel rilevare come, in questa città, ci siano cose che vanno cambiate e problemi che vanno affrontati: l'aumento dell'addizionale Irpef dallo 0,5% allo 0,9%, l'aumento dell'Irap, il problema della prostituzione nelle strade, la mancanza di ordine e di legalità, la grave carenza nel settore della mobilità, l'aumento della criminalità organizzata e i vari scandali su parentopoli. Ma tra i presenti c'è anche qualche timoroso che, stando tra il pubblico, sussurra al suo vicino di posto quello che lui farebbe se fosse sindaco: «Io non ho il coraggio di salire sul podio - spiega Mario, distinto signore sulla settantina - Però, se lo avessi suggerirei di abolire le circoscrizioni». La maggior parte delle persone ha invocato lealtà, legalità, lotta alla corruzione e al clientelismo in nome della meritocrazia. Quasi tutti hanno pronunciato, nel loro discorso, la parola «bene comune». Il primo intervento sul podio è stato di Salvatore Aprile, presidente di «Cambiare Davvero Roma». A seguire, i giovani studenti, lavoratori e volontari. Guido Tonini, scrittore e studente, stamattina conseguirà la laurea in Economia e management all'Università Luiss Guido Carli. Il titolo della sua tesi è «Economia e cultura: le ragioni dell'intervento pubblico». «Se io fossi sindaco - dice - incentiverei l'intervento pubblico a favore della cultura. Mai come in questo periodo, in Italia, ma soprattutto a Roma, i concetti economia e cultura sono apparsi così lontani tra loro». Germano Gaoni invece proponte «maggiore informatizzazione, più meritocrazia e riqualificazione del turismo, insieme ad un miglioramento della mobilità». Giulio Notturni, praticante avvocato e imprenditore: «Se io fossi sindaco punterei sugli asili nido convenzionati, aiuterei le famiglie in coda alla graduatoria con finanziamenti agevolati a tasso zero in cui gli interessi vengono pagati dal comune. Sarebbe un impegno concreto ed un aiuto per i cittadini». Rodolfo Pitoni, commerciante, sogna «una politica che parta dal sociale. La nostra forza sono le famiglie, i disabili, le persone anziane e soprattutto i giovani. Io toglierei i giovani dalla strada attraverso delle iniziative». Livio De Santoli, delegato de La Sapienza per Energia e Ambiente e direttore del centro di ricerca Citera, suggerisce interventi miranti al risparmio economico ed al benessere dei cittadini romani: «Prima di tutto farei la differenziata porta a porta che ci farebbe risparmiare milioni di euro; utilizzerei idrogeno e metano per i mezzi e non ,come accade oggi, il petrolio che fa muovere il 95% dei nostri mezzi pubblici. Inoltre favorirei il consumo di cibi a km zero. Abbiamo una potenzialità grandissima dal punto di vista dell'agricoltura eppure importiamo l'80% del cibo che consumiamo». Marco Genovesi, volontario dell'associazione «Libera» che da anni lotta per sensibilizzare la società civile nella lotta alle mafie e per promuovere legalità e giustizia, elenca dal podio i 15 punti chiave della legalità su cui si basa la loro attività. Facendoli suoi e inserendoli nel suo discorso, Marco inizia: «Per me le priorità di sindaco sarebbero qualità delle candidature, applicazione della carta di Pisa per la trasparenza, impegno per l'utilizzo effettivo dei beni confiscati alle mafie - e a Roma ce ne sono tantissimi - contrasto all'evasione fiscale». Temi che Marco elenca velocemente perché 5 minuti passano in fretta.