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L'ospedale non paga i fornitori Il Tar mette in vendita le tac

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Eda «fuori» regione. La sentenza 1345/2012, destinata a creare pericolosi precedenti, è stata emessa dal Tribunale amministrativo del Veneto e stabilisce la possibilità di vendere apparecchiature anche mediche per saldare debiti inevasi. I magistati infatti, non solo hanno nominato commissario ad acta per l'esecuzione della sentenza nella persona del comandante della Guardia di finanza del Lazio, ma lo hanno incaricato di individuare beni e utilità finalizzati alla soddisfazione del credito, estendendo la possibilità a liquidare anche le apparecchiature mediche, purché non siano indispensabili a garantire la cura e l'assistenza sanitaria dei pazienti. Ma andiamo per gradi. Tutto nasce nel 2008, quando la Centro Forniture Sanitarie srl di Torrebelvicino, in provincia di Vicenza, ha richiesto per vie legali il pagamento di forniture rese al policlinico di Tor Vergata. Il saldo non è ingente, si tratta di 25.330 euro, arrivate ora a 34.043 euro. Il tribunale di Schio emise allora un decreto ingiuntivo nei confronti dell'azienda sanitaria, rimasto tuttavia inevaso. Da quì il ricorso al Tar del Veneto. Dopo quattro anni la sentenza che dà 45 giorni di tempo al commissario ad acta, ovvero il comandante delle Fiamme gialle del Lazio, per pagare la ditta veneta «reperendo le necessarie somme, anche attraverso la vendita di beni strumentali non essenziali alle finalità istituzionali, accendendo mutui o prestiti fiduciari». Nonostante un decreto del governo impedisca di intraprendere «azioni esecutive», compresi i pignoramenti nei confronti dei nosocomi e delle strutture sanitarie che fanno capo a regioni sottoposte ai piani di rientro dai disavanzi sanitari, il tribunale della città lagunare ha ritenuto di decidere diversamente. Secono i magistrati il Lazio, non rispetta appieno i criteri previsti dalla norma e quindi è compatibile con l'attività di «ottemperanza». Il verbale di nomina del commissario è arrivato ieri sul tavolo del direttore sanitario di Tor Vergata. «Si tratta di un provvedimento pericoloso - commenta Duccio Prosperi della Confsal Cisapuni - se cominciamo con i sequestri delle apparecchiature in un momento in cui le attività del policlinico sono garantite dalla volontà del personale, siamo proprio ridotti male. È giusto pagare i fornitori, ci mancherebbe altro, ma se i finanziamenti non arrivano, cosa facciamo, mettiamo all'asta le Tac? Una vicenda davvero paradossale, alla quale occorre dare risposte finalmente serie». Considerato che la Regione, così come tutta la pubblica amministrazione è morosa praticamente in tutti i settori, il precedente di Tor Vergata rischia di "smantellare" ogni servizio.

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