Morto il vigilante ferito dal collega
Il sindacato: «Lavoriamo in un Far West, non c'è nessuna tutela»
Laguardia giurata Salvatore Proietti, 54 anni, non ce l'ha fatta a uscire dall'ospedale dove era stato ricoverato dopo essere stato raggiunto dai colpi di pistola sparati da un suo collega. Era il 15 ottobre scorso quando il vigilante è stato ferito davanti al supermercato Todis alla Pisana, in via Carafa, poco prima di prelevare i soldi contenuti nella cassa continua e trasferirli nel furgone portavalori. L'uomo dal 1995 lavorava presso la Coopservice di Roma, dove era apprezzato da tutti i colleghi «per le sue capacità e per il suo carattere affabile e sincero», ha detto Roberto Olivi, presidente della cooperativa. Quindici giorni dopo l'assalto al portavalori, è stato arrestato M. S., un uomo di 39 anni, di Ardea, che adesso è indagato per tentata rapina e omicidio. Il collega della vittima, ammanettato dai carabinieri di via In Selci, non è infatti riuscito a portare a termine il colpo per l'immediata reazione delle tre guardie giurate, che hanno reagito appena l'arrestato ha iniziato a sparare contro i colleghi, ferendone due, tra cui Proietti. L'indagato, secondo quanto ricostruito dai militari, era a conoscenza che il furgone sarebbe arrivato alle 7 del mattino davanti al supermercato e si era nascosto dietro a un muretto, indossando un passamontagna, a una ventina di metri di distanza. Al termine della sparatoria l'uomo di 39 anni era subito scappato, a mani vuote, ma la sua fuga è durata soltanto quindici giorni. A tradirlo, tra l'altro, il passamontagna che ha gettato in strada durante la fuga in auto. All'interno sono stati trovati capelli dai quali gli esperti del Ris hanno tirato fuori il suo dna. L'arrestato aveva sparato prima due colpi contro un collega: ferito al fianco e salvato dal giubbetto antiproiettile. Anche due all'altro collega: il primo si è conficcato sulla serranda del magazzino accanto al supermercato, il secondo al fianco del vigilante deceduto l'altra notte, con il proiettile che gli ha trapassato intestino, fegato e pancreas. I carabinieri sono risaliti al malvivente anche grazie alle dichiarazioni di alcuni testimoni che avevano visto il malvivente con indosso una divisa da guardia giurata. I militari hanno poi verificato chi prestava servizio in zona (l'arrestato lavorava presso una banca vicino al supermercato) e chi, tra questi, aveva avuto problemi con il proprio istituto di vigilanza. Da una parte c'è il cordoglio dei colleghi che per anni hanno lavorato al fianco della vittima, dall'altra invece il duro commento del segretario nazionale Savip, Vincenzo del Vicario. «Il collega è morto per mano di un assassino: ci sconvolge che le indagini indichino il responsabile in un altra guardia giurata. Ma per onorare la memoria di Salvatore non possiamo tacer che la sua morte è anche figlia di quel Far West in cui lavoriamo: nessuna tutela per chi lavora, abusi e illegalità tollerati oltre ogni limite, imprenditori privi di etica e di qualità che fanno il bello e il cattivo tempo. Così tutti, per star sul mercato, sono costretti a una corsa al ribasso. È questo ambiente, senza vere regole, degradato e intrinsecamente pericoloso, che facilita l'opera ai criminali».